Selo, “Vincenzina ora lo sa”

Gioconda Marinelli

Maria Rosaria Selo, Vincenzina ora lo sa, Rizzoli, 2023, p. 276, euro18,50

Amiamo leggere, ma dei buoni libri, come il romanzo di Maria Rosaria Selo dal titolo “Vincenzina ora lo sa”, che è immerso in una profonda dimensione emozionale e sociale, fragile e allo stesso tempo resistente,come del resto ogni suo scritto, e anche la precedente narrazione “L’albero di mandarini” (candidato al Premio Strega), editi entrambi da Rizzoli.

Un affresco dalle tinte forti, di anni di lotta per i diritti dei lavoratori dell’Italsider di Bagnoli e non solo, di scioperi, contestazioni ovunque nelle piazze anche per il diritto all’aborto. Pagine intense che evocano sentimenti puri di libertà, d’amore, di amicizia, di unione e supporto familiare, di solidarietà tra donne e della loro forza, di dignità, rispetto.Siamo negli anni Settanta e Ottanta, ma da lì affiorano tutti i gravi e terribili problemi della contemporaneità mai risolti: la mercificazione del corpo femminile, le morti sul lavoro, l’ambiente contaminato. L’autrice dà voce a un territorio e alle sue condizioni di vita, ma ben presto agli occhi del lettore, lo spazio ristretto diventa un mondo senza confini e senza tempo.
Cerca e trova parole che riverberano commozione e intensità
, che colpiscono dentro e vengono assorbite fino in fondo, tanto da far comprendere quanto sia stato importante per Maria Rosaria Selo, raccontare questa storia, in maniera così autentica.
E il più sentito ringraziamento, l’autrice lo rivolgea un fiore d’acciaio, Aurelia Del Vecchio, unico personaggio reale all’interno del romanzo, voce preziosa che ha contribuito, con i suoi ricordi e le sue lotte nello Stabilimento, a rendere preziosa e unica la storia di Vincenzina”.

Forte e battagliera è la protagonista Vincenzina, che deve esserlo all’inizio per destino e non per scelta, dopo aver perso il padre Ferdinando, che purtroppo si è avvelenato i polmoni lavorando. Diventa dunque per necessità capofamiglia ed entra in fabbrica perché è ‘o cantiere che dà lavoro e serve a vivere, ma uccide anche. Gli occhi penetranti della giovane che ha dovuto rinunciare ai suoi sogni, allo studio e alla laurea, appaiono in copertina accompagnando fino all’ultima pagina il lettore e sembrano squarciare il cielo per avere risposte.
Ma non ce ne sono, tranne che prendere una giusta strada su questa terra attraverso il bene (e se ognuno ne avesse percezione, il cielo sarebbe meno oscuro), e alla fine capire quale
è il proprio posto nel mondo, conquistato a fatica, ma che permette di guardare oltre, verso il futuro, rinascendo. Prima di questo tanta rabbia, privazioni, umiliazioni, diffidenza nello stabilimento per la giovane che deve lavorare duro e prendersi cura della madre Antonietta chiusa e isolata nel suo lutto, e della sorella minore Giulia che le dà non poche preoccupazioni, inseguendo soldi facili e maledetti.

Scrive Selo: La sua vita è sacrificio, ma va bene così. Non tiene bellezza Vincenzina, ma forza e cervello”. La bellezza c’è, è dentro di lei, ha un animo buono che le permette di abbracciare le sue colleghe che divengono amiche e sorelle, provate quanto e più di lei da tempo. Un afflato che incoraggia ognuna di loro ad affrontare le avversità e a non sentirsi più sole.

Afferma Lorenzo Marone per “Vincenzina ora lo sa”: “Una storia cruda e sfrontata come la sua protagonista. Questo romanzo avrei voluto scriverlo io.”.  Eh sì, una penna, quella di Maria Rosaria Selo, che sa bene come lasciare la sua traccia.

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