“So’ Pep”: una risata vi seppellirà

Redazione

di Danila Liguori

Metti una poltrona, un lettino e una scrivania. Metti un pubblico in trepidante attesa della prima di “So’ Pep”, il nuovo spettacolo di Peppe Iodice approdato al Teatro Cilea di Napoli. La scena è pronta e il sipario si apre. Tutto quindi rimanda allo studio di uno psicologo. Sulla poltrona, con tanto di libretto e penna, c’è Francesco Mastandrea, regista e compagno di scena di Peppe Iodice, che si trova proprio lì, disteso sul lettino. Si inizia a ridere praticamente da subito, in un’escalation di botta e risposta tra i due.

Peppe Iodice rivisita in chiave ironica gli accadimenti degli ultimi anni: pandemia da Covid, questione vaccini, lockdown, guerra in Ucraina. E tra una stoccatina a questo e a quel politico, e spunti di riflessione più o meno ironici, si arriva alla fine del primo tempo tra le risate generali. Il sipario si chiude con un pubblico in piedi perché coinvolto dai due in un coinvolgente ballo di gruppo con conseguente karaoke stile villaggio vacanze.

Pubblico in sala protagonista anche nel secondo tempo, che inizia con uno scatenato Peppe Iodice che “sequestra” i cellulari a un paio di malcapitati, riproponendo il più classico degli scherzi telefonici. Lo spettacolo va avanti tra gag e risate generali, toccando poi il tema del rapporto genitori-figli. Con un focus su come siano cambiati nel tempo modalità e tipologie di educazione. Passando per il nuovo rapporto con la scuola e i suoi professori, Peppe Iodice ironizza anche su questo tema scatenando l’ilarità in sala. Un pubblico “seppellito” fin qui dalle risate.

Lo spettacolo si conclude poi con una nota malinconica, Mastandrea di nuovo seduto a mo’ di psicologo, Peppe sul lettino che saluta il suo papà volato in cielo nel 2009. E sullo sfondo una foto dei due Iodice, padre e figlio.

 

 

 

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