Sparire per lasciar parlare il corpo

Redazione

Al Teatro San Ferdinando di Napoli, sabato 18 e domenica 19 novembre 2023, andrà in scena la creazione firmata dalla coreografa Luna Cenere, Vanishing Place. Il corpo diventa paesaggio.

Dopo il felice debutto alla Biennale di Venezia e l’acclamata tappa allo Staatstheater di Darmstadt (Germania), l’opera della coreografa napoletana vuole essere un concetto oltre che una performance.

Vanishing Place  – spiega – è un luogo in cui il tempo, inteso nella sua evanescenza, si genera e si perde come le emozioni del presente e la memoria. Un paesaggio in movimento fatto di corpi, gesti e immagini dai contorni sfumati, inafferrabili e in cui ogni azione manifesta custodisce in sé il suo contrario, la sua stessa assenza. È uno spazio surreale in cui il tempo è sottratto a se stesso.

Sparire per lasciar parlare il corpo. Diventare invisibile e svanire all’occhio dell’osservatore, è una condizione che va stabilita fin dall’inizio”.

Luna Cenere ha sviluppato un approccio personale e un metodo di ricerca che continua a osservare il corpo come un paesaggio.

Luna Cenere (foto di Federica  Capo)

La sua ricerca è incentrata sulla capacità del corpo di astrarsi e diventare elemento poetico senza mai abbandonare la concretezza della forma e del gesto. Praticando la costruzione e la continua trasformazione di un paesaggio interiore Luna Cenere manifesta il corpo in diverse forme e stati dell’essere.

Concentrandosi sullo spazio tra i corpi, la qualità del respiro e dell’adagio, i movimenti di luce, gli elementi architettonici della scena e il tappeto sonoro, crea un paesaggio surreale sempre in movimento. Nella sua opera Luna Cenere dà molta importanza al concetto di ‘memoria collettiva’ cercando di declinarlo attraverso una o più immagini o azioni, lasciandolo manifestare attraverso una ricostruzione percettiva e mettendo in gioco le memorie pregresse dell’osservatore.

Ne sono interpreti i danzatori Marina Bertoni, Francesca La Stella, Ilaria Quaglia, Davide Tagliavini, Luca Zanni, accompagnati dalle musiche del compositore e musicista elettroacustico Renato Grieco, su spazio scenico di Raffaele Di Florio.

 

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