Stazio ai giovani: “Formatevi e rimanete in Italia”

Danila Liguori

Sì alla formazione e no alla fuga dei danzatori all’estero. Questa la ricetta perfetta per un buon ballerino contemporaneo. A sostenerlo è la coreografa, danzatrice, insegnante, direttrice artistica, attivista e manager Gabriella Stazio. E’ fondatrice di Movimento Danza nel 1979, centro di formazione e divulgazione della danza partenopeo, accreditato dal Ministero della Cultura come “Organismo di Promozione Nazionale”. E’ inoltre la prima promotrice italiana dell’International Dance Day. E ci racconta in questa intervista il nuovo bando “Dancing together again”.

E’ al via il Bando per il Progetto Europa Creativa. Tra i partner Movimento Danza. Ci spiega di che cosa si tratta?

Dancing together again” nasce nell’ambito del Progetto Europa Creativa e prenderà il via con un bando che vede coinvolto come capofila l’Istituto Nazionale di Musica e Danza in Polonia in collaborazione con l’Arts Research Institute of Georgia a Tbilisi, il TRAFIK Dance/Theatre Company a Rijeka in Croazia e Movimento Danza a Napoli. Alle quattro realtà è demandato il compito di organizzare residenze creative dal 2023 al 2024 con lo scopo di creare una nuova rete di scambio di idee e creatività tra professionisti. La prima delle residenze si svolgerà a Tbilisi, in Georgia, dal 29 maggio al 17 giugno 2023. Il suo tema sarà lo studio dei modelli di sviluppo dell’audience. Il progetto è rivolto ad artisti come coreografi, danzatori, organizzatori, presentatori, ricercatori”.

Si inizia quindi con la Georgia. Per l’Italia?

“Partirà, dopo la Georgia e la Croazia, una terza call a marzo 2024 in Italia. In seguito per i partecipanti delle tre residenze sarà organizzato un festival in Polonia nell’agosto 2024, dove si potranno confrontare e arricchire i contenuti delle tre precedenti residenze”.

Gabriella Stazio durante un laboratorio

Un bilancio di quanto fatto finora?

“Assolutamente positivo, perché grazie a manifestazioni di questo tipo, l’Italia entra in contatto e si confronta con altri Paesi europei e non, sul tema della danza contemporanea. E abbiamo altresì modo di fare paragoni dai quali purtroppo a volte l’Italia non esce vincente, poiché qui non esistono molti spazi dedicati a quest’arte. Parlo dell’Italia in generale, e della nostra regione”.

Che cosa chiede alle Istituzioni campane?

“Ho già chiesto, anche in qualità di presidente del Sistema MED Musica e Danza, di avere uno spazio dedicato alla danza. Ma anche alla musica, qui non abbiamo un Auditorium. Ne trarrebbe beneficio anche la città stessa che è diventata molto più turistica negli ultimi anni. Sarebbe bello offrire agli stranieri, oltre la pizza e i nostri bellissimi siti, anche un’adeguata offerta artistica. Napoli è un brand che non sempre punta su se stesso, ma occorrerebbe farlo”.

Lo scorso week end si è tenuta l’edizione 2023 della Giornata Mondiale della Danza, promossa dal suo centro e che festeggia i primi 20 anni. Ce ne parli.

“Ricordiamo che la Giornata Mondiale della Danza cade il 29 aprile, ma spesso qui a Napoli la anticipiamo per esigenze organizzative. Parliamo di laboratori che sono stati tenuti anche da tre grandi nomi: Alessandro Sciarroni, Leone d’oro alla carriera per la danza nel 2019; Cristina Kristal Rizzo e Adriano Bolognino. Ricordiamo inoltre che la Giornata Mondiale della Danza è stata voluta dall’Unesco nel 1982 e fu portata per la prima volta in Italia nel 2002 da Movimento Danza. Obiettivo principale dell’evento è stato, sin dall’inizio, quello di promuovere e dare la possibilità ai giovani di sperimentare le mille forme della danza, dello spettacolo e dell’arte”.

Ci lasci con un messaggio per un giovane ballerino.

“Ci sono due punti importanti. Innanzitutto dedicarsi alla formazione che, a mio avviso, in Italia negli ultimi anni è stata sottovalutata. Basti pensare all’inchiesta svolta durante il Covid pubblicata nel libro “Si Cambia Danza – L’impatto del Covid-19 sul sistema danza in Italia” che, raccoglie interviste a coreografi, operatori del settore, studiosi e analisti. Le interviste giornalistiche di Campadidanza, magazine online edito da Movimento Danza, sono state integrate dalla ricerca curata dal Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Napoli “Federico II”.

Cosa ne è emerso?

“Che in una delle domande dell’intervista scientifica, e cioè ‘cosa cambieresti del sistema danza in Italia’, una larghissima fetta degli intervistati ha risposto ‘la formazione’. In effetti senza un’adeguata formazione non ci saranno buoni danzatori né coreografi, di conseguenza scarseggeranno i buoni spettacoli. Soprattutto, non esiste una regolamentazione in materia. Speriamo che la legge del 2017, non ancora operativa e che regolamenta in parte questo tema, entri al più presto in vigore”.

Il secondo consiglio?

“Ragazzi: rimanete in Italia come ho fatto io. Il nostro territorio ha bisogno di eccellenze e di persone pronte a scommettere e investire qui”.

No alla fuga dei danzatori, insomma.

“Esattamente”.

 

 

Categorie

Ultimi articoli

Social links

Notizie Teatrali © All rights reserved

Powered by Fancy Web