Storia di due amici nella mala parigina: “Grisbì”

Alberto Tuzzi

Nella pellicola del 1954, “Grisbì“, Max (Jean Gabin), gangster di mezza età, progetta l’ultimo grande colpo per chiudere in bellezza la sua carriera: cambiare in banconote in 96 chilogrammi di oro da lui rubati all’aeroporto di Orly. Ma il suo braccio destro Riton (René Dary), confida all’amante, la soubrette Josie (Jeanne Moreau), il grosso colpo realizzato.

Josie svela il segreto al gangster rivale Angelo (Lino Ventura), con cui ha una relazione. Angelo vuole impossessarsi del “Grisbì” (nome con cui la mala parigina chiama il bottino), rapendo Riton e ricattando Max, per avere l’oro in cambio della sua liberazione. Max, costretto a trattare con Angelo e a rimettersi in azione per l’ultima volta, deve scegliere tra la vita dell’amico e il sogno di una vita.

Jacques Becker gira “Grisbì (Touchez pas au grisbi, FRA/ITA) nel 1954, dall’omonimo romanzo poliziesco di Albert Simonin, adattato dallo stesso scrittore con il regista e con Maurice Griffe.

Secondo Truffaut, “il vero soggetto di Touchez pas au grisbi è l’invecchiare e l’amicizia”, la storia di due vecchi amici nel mondo della malavita parigina, raccontata rielaborando in chiave europea il noir d’oltreoceano, ispirato dai romanzi di Hammet e Chandler e dai film di Houston, Lang, Hawks, Wilder e Welles.

Jean Gabin e Jeanne Moreau in “Grisbì” 

Con “Grisbì” Becker sfronda ogni orpello del genere e approda ad un minimalismo che conferisce alla narrazione maggiore realismo, con qualche tocco di ironia. Il risultato è un poliziesco umano e crepuscolare, dove si respira l’aria della notte, con i suoi odori, le sue luci, la sua brulicante umanità, dipingendo un mondo di amicizie virili, di ragazze facili, di bar di periferia, dove la generazione dei “vecchi”, che sanno com’è la vita, si scontra con quella dei giovani, dalla testa ancora troppo calda.

Il personaggio di Max è incarnato perfettamente da Jean Gabin, che sembra condividerne la maturità di uomo con una sua ferrea moralità, testimonianza di un mondo ormai passato, costretto allo scontro violento con il giovane e spietato Angelo.

Gabin, con il suo iconico ruolo in “Grisbì”, inaugura con successo la fase della sua carriera della maturità, dopo aver condensato in sé gli eroi tragici da lui interpretati negli anni ‘30, incarnando sullo schermo l’animo nazionale francese e rappresentando l’unico vero caso di star maschile del cinema d’oltralpe, lanciata sul modello americano. Emozionante il confronto tra Gabin e l’esordiente Ventura, simbolicamente destinato anche a raccoglierne l’eredità attoriale, mentre Jeanne Moreau interpreta una donna fatale in modo stilizzato ma efficace.

Locandina del film “Grisbì”

Jacques Becker è un regista dallo stile originale, dal linguaggio asciutto ed essenziale; figura di assoluto rilievo nella storia del cinema francese.  Grande direttore di attori, è sempre attento alla psicologia dei personaggi ed alla minuziosa messa in scena, con uno spiccato gusto per la ricostruzione d’epoca, realizzata anche ricorrendo a modelli pittorici e teatrali.

Il suo “Grisbì” è uno dei migliori film francesi mai realizzati, un’opera che, senza alcun sentimentalismo o spirito nostalgico, rilegge le trasformazioni etiche e morali in atto nella società francese ed europea dell’epoca.

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