Ancora una volta Almòdovar ci sorprende con un singolare genere, il western. In Strange way of life, il ritorno al tema dell’omosessualità ci riporta, in un certo senso, a Dolor y gloria del 2019 ,ma visto in modo totalmente diverso. Un rapporto tra due uomini, legati non solo dalla passione, ma soprattutto dall’affetto e dalla complicità, che si rincontrano dopo 25 anni. Oggi, uno è uno stimato sceriffo (Jack – Ethan Hawke), mentre l’altro è rimasto solo un ranchero (Silva – Pedro Pascal).
Silva è ritornato per cercare di aiutare il proprio figlio che è nei guai. Il conflitto tra i due amici è provocato dalla presenza del terzo personaggio, il figlio, che Silva tenta di salvare a tutti i costi, e Jack che vuole assolutamente fare il proprio dovere. Il finale, non scontato, è opera veramente di un maestro. Questa storia si svolge in un mondo lontanissimo dalle altre opere di Almòdovar, ma nonostante ciò, il regista riesce benissimo a farci sembrare che sia la più normale, facendo rivoltare nella tomba John Ford.

La sceneggiatura asciutta come non mai, riesce perfettamente a farci entrare nell’atmosfera da western, con grande precisione ed eleganza. Non vi è una sbavatura, tutto è essenziale, ma nello stesso tempo non manca nulla. Gli attori sono entrambi bravissimi.
Con questo lavoro, l’autore ci dimostra che la durata di un film può essere anche breve e che il cortometraggio (in questo caso 30’) non è solo una palestra per registi alle prime armi, ma una modalità di scrittura cinematografica completa.
Si potrebbe considerare questa breve pellicola come la risposta del regista spagnolo a I segreti di Brokeback Moutain, ma con maggiore drammaticità di contenuti e conseguenze per l’inserimento del figlio, che spariglia il conflitto a due ma al contempo non fa rompere il legame fortissimo tra Jack e Silva.
Un film ottimo, ben realizzato in ogni sua parte, ambienti ricostruiti in modo maniacale, costumi di Saint Laurent eleganti senza esagerare, ottima fotografia di Josè Luis Alcaine dai toni caldi. La colonna sonora di Alberto Iglesias è stata descritta come una partitura sinfonica nostalgica e crepuscolare, che descrive un amore impossibile e contribuisce in modo sostanziale, a creare un’atmosfera particolare in tutto il film.
Un bel film da non perdere ma da vedere assolutamente al cinema