“The Perfect Couple”, la serie tv con la Kidman

Renato Aiello

The Perfect Couple, sbarcata su Netflix il 5 settembre scorso, è la miniserie con Nicole Kidman, Liev Scheriber e Dakota Fanning, tra i vari attori, diretta dalla regista danese premio Oscar Susanne Bier e tratta dall’omonimo romanzo di Elin Hilderbrand.

La serie gioca bene le sue carte fin dal primo episodio, puntando sul cast di primo livello, sull’ambientazione vacanziera statunitense e su una sigla ipnotica che è diventata già virale, grazie a quel balletto sulla spiaggia che riunisce tutti gli attori in una coreografia studiatissima, sulle note della canzone Criminals di Meghan Trainor.

NICOLE KIDMAN E LE PICCOLE GRANDI BUGIE DELLA BUONA BORGHESIA AMERICANA

La Kidman, star planetaria alle soglie dei 60 anni ormai, ci ha abituati da un po’ di tempo alle sue partecipazioni in serie e miniserie dalle trame torbide, a personaggi ambigui con un carico di segreti non indifferente, e dal passato destabilizzante.

Le due stagioni di Big Little Lies e Nine Perfect Strangers, solo per citare le più recenti, ne sono la prova. The Perfect Couple ricalca un po’ il canovaccio di Big Little Lies nelle deposizioni alla polizia, mostrate ad arte con montaggio alternato, e completa una sorta di ideale trilogia del mistero e dell’ipocrisia familiare americana.

Brava come sempre in ruoli scomodi e inizialmente antipatici per snobismo, spocchia e arroganza economica (nelle sei puntate è Greer Winbury, benestante scrittrice con mega villa sull’oceano in Massachusetts), l’attrice australiana (premio Oscar per The Hours quasi 20 anni fa) fulmina con lo sguardo chiunque le passi vicino o le stia accanto, in cucina, al tavolo coi suoi ospiti o nei confronti/scontri con figli e nuore.

LA FAMIGLIA IN THE PERFECT COUPLE

La miniserie prende le mosse da uno dei riti più cari all’alta società americana: il matrimonio di Amelia e Benji, giovane rampollo della ricca borghesia a stelle e strisce, anticipato da una cena (rehearsal dinner) delle ipocrisie che crolleranno di lì a poco.

Come in Dieci Piccoli Indiani di Agatha Christie, anche qui un omicidio/apparente suicidio inchioda tutti sull’isola di Nantucket per giorni e metterà ogni cosa in discussione, costringendo i membri della famiglia Winbury, dai figli sposati a quello più piccolo della coppia composta da Tag e Greer, dalla nuora incinta a quella prossima all’altare, a fare i conti coi propri sentimenti, col passato recente o lontano messo alle spalle e con le mille bugie di una vita intera.

Ognuno di loro finge, mente, recita un ruolo e sembra che tutto sia sotto controllo o possa essere riportato alla calma. Ma i castelli di carta sono pronti a sgretolarsi platealmente, tra riunioni di famiglia e presentazioni letterarie mal gestite dall’entourage editoriale di Greer.

La coppia perfetta del titolo esiste solo sulle copertine, negli articoli web, nelle interviste concesse da marito e moglie persino durante l’inchiesta e le ricerche della polizia locale. Nulla è come sembra, anche se a un certo punto si spinge un po’ troppo il piede sull’acceleratore e si rimane spaesati davanti all’epifania di Greer, stanca del velo di Maya di menzogne e omissioni e di aver chiuso gli occhi per una vita intera.

ATTENZIONE AI FARMACI

L’ossessione tutta americana per pillole e farmaci, studiata persino dagli antropologi e dai sociologi alla voce Nacirema (anagramma di american in ottica di straniamento), è il piccolo macguffin hitchcockiano della situazione, nonché pistola fumante del giallo, e percorre tutta la trama come un filo rosso.

Peccato per i passaggi a volte prevedibili da un sospettato all’altro, per la risoluzione forse troppo veloce dei loro abili e presunti moventi proprio nel momento in cui la suspense cresce, e soprattutto per il finale leggermente confuso. Non è la serie perfetta, proprio come la famiglia tradizionale, tossica e disfunzionale che mette in mostra, ma avvince, appassiona e convince fino alla fine, tenendoci incollati allo schermo in una maratona godibile.

GLI ATTORI

Oltre alla già citata Kidman e al bravo collega Scheriber, spiccano la brillante Dakota Fanning col suo personaggio ben scritto (il secondo colpo dell’anno per l’ex enfant prodige americana dopo aver interpretato Marge in Ripley), e la diva del cinema francese Isabelle Adjani, impegnata nel ruolo un po’ folle dell’amica di famiglia dagli appetiti sessuali considerevoli, nonostante l’età avanzata e il botox.

Spazio anche per l’aitante attore indiano di Bollywood Ishaan Khatter, per il giovane figlio d’arte Sam Nivola, per la figlia di Bono degli U2 Eve Hewson e per Meghann Fahy, già vista in The White Lotus, altra serie di successo.

Notizie Teatrali © All rights reserved

Powered by Fancy Web