Torna in scena “Le Nozze di Figaro”

Maresa Galli

Chiara Muti (foto Squeglia)
Chiara Muti
(foto Squeglia)

Dopo Madama Butterfly e Aida, sabato 24 settembre, per sette recite fino al 4 ottobre (già quasi tutte sold out), va in scena al Teatro San Carlo di Napoli, Le nozze di Figaro di Wolfgang Amadeus Mozart, brillante conclusione della III edizione del San Carlo Opera Festival, per la regia di Chiara Muti e la direzione d’orchestra di Ralf Weikert, famoso interprete mozartiano. Il nuovo allestimento è una coproduzione tra il Petruzzelli di Bari, il Lirico e il Massimo di Palermo. “Si consolida un forte legame tra le più importanti istituzioni culturali del Mezzogiorno: il San Carlo di Napoli, il Petruzzelli a Bari e il Massimo di Palermo – afferma Rosanna Purchia, sovrintendente della Fondazione Teatro di San Carlo – sono anche molto felice che questa produzione vanti la regia di Chiara Muti, figlia di un grande Maestro napoletano, molto legato a Napoli e al Teatro di San Carlo”.

Le nozze di Figaro, assente dal San Carlo dal marzo 2006, ha un allestimento emozionante, con tinte pastello, sobrie ed eleganti, i bei costumi di Alessandro Lai, le scene di Ezio Antonelli e le luci di Vincent Longuemare. Nel cast vocale Simone Alberghini e Christian Senn che interpretano il Conte di Almaviva, Eleonora Buratto, di nuovo a Napoli dopo il grande successo dello scorso dicembre, strepitosa Micaela nella Carmen inaugurale, interprete di uno dei ruoli a lei più congeniali, la Contessa di Almaviva, alternandosi con Cinzia Forte; Rosa Feola e Maria Mudriak si alterneranno nel ruolo di Susanna, Alessandro Luongo e Marko Mimica in quello di Figaro. Cherubino avrà la voce di Marina Comparato e Giuseppina Bridelli, Laura Cherici e Marilena Laurenza interpreteranno il ruolo di Marcellina. Fabrizio Beggi sarà Bartolo, Bruno Lazzaretti Basilio, Saverio Fiore Don Curzio, Giulia Semenzato Barbarina, Matteo Peirone e Marco Camastra Antonio. Primo capolavoro nato dalla collaborazione tra Wolfgang Amadeus Mozart e Lorenzo Da Ponte, Le nozze di Figaro, commedia in quattro atti tratta da La folle journée, ou le mariage de Figaro di Pierre-Augustin Caron de Beaumarchais, fu rappresentata tre anni prima della rivoluzione francese (nelle Nozze palesi vi sono critiche all’Ancien Régime).

Una scena (foto Romano)
Una scena
(foto Romano)

Secondo capitolo della trilogia, che inizia con Le Barbier de Séville ou la Précaution inutile e termina con L’Autre Tartuffe ou la Mère coupable, Le nozze di Figaro disegnano con acume la psicologia dei personaggi, il loro carattere e soprattutto raccontano le varie fasi dell’amore: quello dei giovanissimi Cherubino e Barbarina, quello che sboccia tra Figaro e Susanna, quello appassito del Conte e della Contessa. Un intreccio serrato fa scorrere piacevolmente i quattro tempi dell’opera che mostra quanto siano intelligenti i servi piuttosto che i pigri e vuoti nobili di corte. Chiara Muti dedica molta attenzione al carattere dei personaggi. “Mozart – spiega la regista – ci disegna per quello che siamo, descrive e sublima i vizi e le virtù… Descrive la miseria della natura umana ed allo stesso tempo la grandezza che l’uomo ha nel far fronte al proprio destino, e di perdonarsi, nonostante tutto! Nonostante i nostri peccati e le nostre miserie… Mozart non ha bisogno di essere modernizzato. In quest’opera è la musica che crea l’azione e poi arriva la parola, è la musica stessa a suggerire l’azione. Mozart è un grande e la magia totale dell’opera è che alla fine di essa tutti ci sentiamo perdonati, migliori”.

Un grande lavoro per una regista colta, appassionata del ‘700, attrice, cantante, esperta della partitura che ha fatto tesoro della lezione di Strehler e sa inquadrare l’opera nel giusto ambito storico e vocale, lavorando su partiture di teatro puro, gioielli assoluti che non smetteranno mai di entusiasmare il pubblico. E che rifuggono da inutili orpelli.

 

 

 

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