Tappa napoletana, in un teatro Acacia gremito, nell’ambito della rassegna VomeroSuona, per Sergio Caputo che festeggia i 40 anni di “Un sabato italiano” in tour con una big band composta da Fabiola Torresi, basso e voce, Alessandro Marzi alla batteria, Paolo Vianello al piano, Alberto Vianello al sax, Gianfranco Campagnola alla tromba e Lorenzo De Luca al sax alto. “Un sabato italiano”, lanciata nel 1983, è stata un grande successo, con il suo testo autoironico, surreale, di irresistibile leggerezza, con il suo swing. La canzone rappresenta l’esordio del cantautore, che pubblica per la CGD il suo album più famoso con successi come “Bimba se sapessi”, “Night”, “Spicchio di luna”, “Mercy bocù”. Le canzoni di Caputo, che poi ha registrato tenti altri album, fotografa un quotidiano scanzonato, molto blues, notturno, malinconico, fatto di night club, alcol e sigarette, amori e amicizie e tanta ironia.

Purtroppo Caputo, al teatro Acacia, accusa raffreddamento e mal di gola ma, grazie alla sua grande professionalità e a qualche modifica nella scaletta, regala ugualmente un concerto elegante e di livello, sostenuto dagli eccellenti musicisti della band. “Un sabato italiano” mi ha seguito per tutta la mia carriera – racconta il cantautore che ogni volta dà nuova linfa a brani ever green che piacciono anche ai giovani che li scoprono oggi. Ottimo chitarrista, Caputo imbraccia la sua Lulù, la chitarra, assemblata da lui, per suonare “Mettimi giù”, accompagnata dalle calde note di tastiere e fiati, seguita da successi quali “Night” e “Mercy bocù”, da “Oublieur l’amour” a “Il Garibaldi innamorato”, da “Spicchio di luna” a “Caffè”. I suoi successi sono cantati in coro, e il pubblico esplode su “L’astronave che arriva” e “Italiani Mambo”, dal bell’assolo di batteria, naturalmente su “Un sabato italiano”, sul richiestissimo bis del “Il Garibaldi innamorato”. “Alla fine quasi tutti sanno tutto, sempre così… conviene alzare i tacchi, via di qui… pago il conto ed esco fuori per la strada, Mercy bocù. Un’orchestra di gatti sta provando l’overture, la mia stella da spettacolo, lassù”. Testi ancora attuali, freschi, ispirati, melodie accattivanti e virtuosi musicisti in scena regalano un concerto raffinato, tra nostalgia e futuro. Ottimo lavoro dei fiati e di tutta la big band, con la consueta, grande comunicativa e bravura del cantautore, un innovatore nel panorama della musica leggera italiana che ha regalato ottime canzoni ricche di swing e latin jazz. “La notte un dirigibile che ci porta via lontano”… Bello sognare in punta di note.