
“Black tarantella”, l’album del 2012 composto con grandi musicisti nazionali e internazionali, racchiude il senso della musica di Enzo Avitabile: il legame con la città, la tradizione e la contaminazione musicale, l’incontro tra le genti, il rispetto dei diritti e via dicendo. All’artista partenopeo, “di Marianella” (come ama sottolineare), il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, ha consegnato la Medaglia della città. Un riconoscimento in più fra i tanti (non ultimo quello di Amnesty International, accanto a quelli per le musiche del film di Edoardo De Angelis ‘Indivisibili’: due Nastri d’Argento, due David di Donatello, il Premio Ennio Morricone, il Ciak d’Oro, il Globo d’Oro. A questi si aggiunge il Premio Ubu per le musiche dell’opera teatrale ‘Vangelo’ di Pippo Delbono).
Amici da sempre, De Magistris ha voluto premiare anche l’uomo perché “è necessario avere anche il cuore, – precisa il primo cittadino – non basta essere professionisti. Avitabile è un gradissimo talento napoletano, uno degli interpreti contemporanei più grandi, che ha saputo mescolare attraverso la musica culture, sacro e profano, tradizione e innovazione. Sa guardare dentro le persone e oltre ogni tipo di confine. Enzo ama Napoli e la canta com’è, anche nelle mancanze nei difetti, quale mosaico di umanità”.
Con le sue canzoni, i colori, la musica ha portato la città nel mondo, comunica con tutti, con i giovani, con gli stranieri, fa ballare nelle piazze ed entusiasma nelle arene. Un cantore multirazziale e multiculturale che ha fatto il giro del mondo e che nel giorno della consegna, emozionato e grato dice: “Napoli è la casa madre, la strada insegna tutto, il teatro, la parola, la musica. Dedico questo premio alla mia città, alle periferie, a Poggioreale, al mio quartiere, al mio produttore, alla musica napoletana da Pergolesi a Pino Daniele ai posteggiatori. Ai bambini, soprattutto quelli siriani, così coraggiosi in questo momento”.

“Con i suoi ritmi – aggiunge l’assessore alla Cultura Nino Daniele – questo grande artista fa crollare i muri, taglia i fili spinati. Il suo sguardo lungimirante unisce Napoli, Africa, abbraccia il Mediterraneo, cantando la pace, la libertà, la fratellanza”.
La sua è “una sola canzone che si evolve giorno per giorno”, dice il musicista, mentre si prepara a debuttare al Teatro di San Carlo con un’opera nuova ancora in gestazione.