Immagini, il titolo della silloge e nascono sguardi verso il mondo, appaiono paesaggi che il poeta attraversa per “conoscere altre primavere” e altri universi. Esther Basile è viandante tra le alchimie del reale e dell’immaginario, trasforma parole, sogni, emozioni, silenzi, paure, ferite, amarezze, memorie, nostalgie, suoni e luci, nebbie, in versi. Ed ogni sensazione diviene uno “scorcio di infinitezza” e il mare, gli scogli, il sole, la sabbia e il vento, leniscono il cuore così che i pensieri possano trovare una nuova traiettoria. Lei dice: “Siamo partecipi/viaggiatori/del silenzio/giardinieri di parole”, versi scritti a Prata nel settembre 2013, uno tra i suoi ultimi approdi, dove si è svolta la prima edizione del premio letterario e artistico “L’iguana”, ideato insieme a Lucia Daga e Maria Stella Rossi, e dedicato ad Anna Maria Ortese.
I suoi sogni invocati, diventano compiuti lungo il cammino della conoscenza, rivivendo i dubbi di sempre in un’estrema e urgente ricerca di verità, ritornando alle radici profonde di sé, con l’intelligenza del suo essere, con la necessità dell’amore e dell’armonia dei luoghi e delle persone. Non ci sono confini per Esther, né servono passaporti per attraversare i territori dell’anima insieme ai luoghi ispirati come Capri e Palermo, Napoli, Venezia, Firenze, città spiate e amate. Nomi, volti, sguardi, odori, respiri, canti, rimangono impressi nel ricordo che dà senso al presente e indica il futuro. “Gli scrittori hanno dentro il senso della perdita” assicura, ma la Basile questo vuoto lo riempie facendolo divenire forziere, dove memoria e nostalgia di un tempo trascorso hanno portato con sé la giovinezza, ma hanno trattenuto i desideri e la ricchezza che crescono sempre più dentro di lei. Risorse preziose che ha raccolto con frequentazioni che le stanno molto a cuore e l’accompagnano nei suoi passi erranti ovunque e così nascono versi dedicati.
A Dacia Maraini, per lei l’amica di sempre: “i tuoi occhi/sono caldi/di lune trascorse/di notti insonni/e di dolcezze”. Al poeta Elio Pecora: “sento il tuo volo di pensiero/sfoderare le armi/silente come il mare”. A Barbara Alberti che nella prefazione, spiega che la sua poesia: “scivola accanto a noi, ci viene dietro più invisibile di un’ombra, ci tornerà in mente quando ne avremo bisogno”. A tanti altri amici come l’attrice Milena Vukotic, Rosy Rubulotta che ha arricchito il volume di foto (Sapiente/ sguardo/di chi conosce/il soffio/del cielo/e/la strada/ riporta/a gesti/pieni d’oblio), a tutte le donne “che cercano la risalita nel silenzio della parola”, al ricordo di Simone Weil, Pier Paolo Pasolini, Massimo Troisi.
Con la poesia della Basile, scrive nella postfazione Marosia Castaldi, si ritorna alla primordialità della terra del mare e dell’onda.