“Vivere e morire a Los Angeles” (To Live And Die In L.A., USA, 1985, William Friedkin) racconta una storia noir che si svolge a Los Angeles, negli anni ’80.
LA TRAMA
Gli agenti federali, Chance (William Petersen) e Vukovich (John Pankow) sono alla caccia dello spietato pittore e falsario Masters (Willem Dafoe), che ha ucciso il loro collega Hart (Michael Greene). Chance, disposto a tutto per vendicare il collega morto, e Vukovich violano la legge pur di catturare il feroce criminale.
IL COMMENTO
William Friedkin con “Vivere e morire a Los Angeles” (To Live And Die In L.A., USA, 1985) gira un noir metropolitano cupo e pessimista, nervoso e violento, opera simbolo degli anni ’80.
Tra i migliori polizieschi degli ultimi decenni, è apprezzatissimo dalla critica ma un po’ meno dal grande pubblico. Friedkin, che firma la sceneggiatura con Gerald Petievich, autore dell’omonimo romanzo, travolge lo spettatore con un fiume di immagini e di suoni.
Fondamentale per la realizzazione del film l’apporto della fotografia iperrealistica di Robby Müller, della scenografia di Lilly Kilvert e della musica martellante dei Wang Chung.
Sullo sfondo della vicenda una Los Angeles angosciante e nevrotica, dominata dal denaro e dalla violenza.
La metropoli californiana è ripresa quasi sempre al tramonto, con immagini che mostrano la sua illusoria bellezza che si oscura gradatamente.
Il film, in perfetta antitesi con “lo spirito dei tempi” degli spensierati e coloratissimi anni ’80, offre un ritratto spietato della malavita losangelina e di una coppia di poliziotti ossessionati dalla loro caccia.
Al limite del delirio, i due agenti per raggiungere la loro preda sono trascinati in una inarrestabile spirale di violenza, superando il sottilissimo, quasi impercettibile, confine tra legale e illegale, tra crimine e legge.
La storia presenta numerosi colpi di scena, con un finale imprevedibile.
GLI ATTORI E IL REGISTA
Ottimo il cast, con gli eccellenti William Petersen e John Pankow, affiancati da un inquietante Willem Dafoe.
William Friedkin è un regista eclettico, che nei suoi film unisce sapientemente ritmo, stile ed acuto senso dello spettacolo. Il suo cinema immediato, mai artificioso, mostra sempre gli aspetti più oscuri e inquietanti della società americana.
Con “Vivere e morire a Los Angeles” Friedkin realizza uno dei suoi capolavori, da riscoprire e rivalutare.