Sabato 3 giugno 2023, alle ore 18, a Casa Guarattelle in Vico Pazzariello a Napoli, partirà una prima fase di un lungo progetto sull’opera dei pupi e delle marionette di tradizione napoletana. Nel suo piccolo teatro al Centro Storico, l’ormai celebre guarattellaro partenopeo Bruno Leone, racconterà l’affascinante storia di queste antichissime figure, tra cui il nostro amato Pulcinella.
Nello spettacolo, brani tratti dalla tradizione dei pupi armati, il ciclo cavalleresco, pezzi da alcune commedie, dal repertorio marionettistico del varietà napoletano, con la presenza di Totò, cantanti di varietà e ballerini, numeri da circo e clown.
“Venite tutti”, incita il Maestro, che ha fatto di quest’arte il proprio mestiere. L’ingresso è gratuito, “e se volete darci un piccolo contributo a sostegno delle spese sostenute, lo accettiamo volentieri”. E’ rinata, così, questa preziosa tradizione, grazie al suo impegno, che l’ha ripresa nel 1978, quando “era stata dichiarata morta”.
Nel suo repertorio, commedie antiche e nuove, che parlano del passato, ma che affrontano anche temi attuali nelle nuove creazioni. Quest’anno Bruno Leone, ha acquisito un importante patrimonio: la collezione della famiglia Di Giovanni. I pupari e marionettisti napoletani, hanno operato in città dalla fine dell’Ottocento agli anni ’60, in un teatrino di figura, attivo a Piazza Cavour.
Applaudito e apprezzato in tutto il mondo, in istituzioni importanti, università, centri di cultura, festivals internazionali, è stato ed è, come tanti artisti napoletani, nemo propheta in patria.
E’ questo il rammarico che Bruno Leone, dopo decenni di impegno e iniziative a proprie spese, lamenta in una lettera alla Città.
“Io ti amo, – scrive a Partenope – amo i tuoi spazi, la tua gente, a dispetto di chi vorrebbe distruggerti. Criminali e uomini di potere, perché questi sono una minoranza che pur facendo molto rumore, non riescono ad uccidere un popolo meraviglioso che vive i tuoi vicoli, le tue strade e che incontro continuamente e con cui amo chiacchierare, raccontarci storie”.
Nonostante i numerosi tentativi di contattare il Comune, l’impegno per partecipare ai bandi culturali ed altre azioni di cui racconta, c’è solo un secco: “nessuna risposta”.
“Da questo momento, – conclude – andrò avanti nei miei progetti, facendo conto che vivo in una città che, per quanto mi riguarda, non ha un’amministrazione”.