Metti un padre e un figlio. Metti che l’uno sia l’opposto dell’altro. Tanto pragmatico quanto saccente il primo, quanto ingenuo e pieno di interrogativi il secondo. L’uno titolare di una fabbrica di imballaggi in plastica, l’altro accanito sostenitore del benessere ambientale. Un padre e un figlio che in realtà non si conoscono. Questa è la nuova commedia di Maurizio Casagrande, in scena dall’1 al 4 febbraio al teatro Cilea di Napoli, “Il viaggio del papà”. Da lui scritto a quattro mani con Francesco Velonà e presentato da Italia concerti. Con Casagrande, l’attore Michele Capone nel ruolo del figlio, e la bravissima attrice, cantante e autrice delle canzoni dello spettacolo Ania Cecilia. E ancora Giovanni Iovino, noto al pubblico della tv per il suo ruolo di “Giovannino” nei programmi di Maria De Filippi, e la performer Arianna Pucci.
Su il sipario: sulla scena un padre ed un figlio che non si capiscono, ma che si danno la possibilità dell’incontro decidendo di fare un viaggio insieme, con la speranza che questa esperienza condivisa possa abbattere il muro che li divide. Potrà il viaggio unirli? Accadrà un evento straordinario che li porterà a cambiare la loro visione del mondo: come novelli Robinson Crusoe si ritroveranno naufraghi su di un’isola sconosciuta. Soli in mezzo alle difficoltà, l’uno la spalla dell’altro. Scopriranno però che quell’isola non è come tutte le altre. È fatta di plastica e tutto quello che troveranno in quel luogo non è quello che sembra. Questo li porterà ad un incontro con un essere sovrannaturale che, attraverso il linguaggio universale della musica, chiederà il loro aiuto per non morire.
Così, tra le inimitabili battute di Maurizio Casagrande, che spesso si rivolge al pubblico in sala rendendolo partecipe, le incursioni del novello “Wilson” (Giovanni Iovino), e i continui battibecchi padre-figlio, la commedia volgerà al termine, lasciando gli spettatori divertiti, ma anche con un bel punto di domanda. Stiamo facendo davvero tutto ciò che possiamo per aiutare “Madre Terra”? Visti i cambiamenti climatici, le isole di plastica sempre più grandi che infestano gli oceani, i tassi sempre più alti di inquinamento, si direbbe proprio di no.