Il poliziottesco italiano 2
CARATTERISTICHE DEL GENERE – 2
Nel cinema di genere poliziottesco, a differenza dei normali polizieschi, la trama non si sviluppa intorno alla “soluzione del caso” o alla caccia al colpevole ma si incentra principalmente sul ritmo e sulle scene d’azione, qualità in qualche modo ereditate dal western. I registi sopperiscono ai bassi budget con la loro capacità creativa, riciclando anche sequenze di film precedenti. Se per gli autori la principale fonte di ispirazione per trame e titoli dei film è la cronaca, altre suggestioni arrivano da pellicole d’azione USA come Ispettore Callaghan il caso Scorpio è tuo (1971, D. Siegel) e Il giustiziere della notte (1974, M. Winnek), in cui sono affrontati, con ben altro spessore, i temi della violenza urbana e della difficoltà dello stato a garantire la sicurezza dei cittadini.
I REGISTI
Tanti registi, molti provenienti dal western e dall’horror all’italiana, si sono cimentati, con alterne capacità, nel poliziottesco, tra i quali Umberto Lenzi, Marino Girolami, Fernando Di Leo, Enzo G. Castellari, Sergio Grieco, Roberto Infascelli, Luciano Ercoli, Romolo Guerrieri, Sergio Martino, Michele Massimo Tarantini, Giuseppe Rosati e Sergio Sollima.
GLI ATTORI
Alcuni attori, spesso ricorrenti nei film del genere, diventano le icone del poliziottesco; per i primi film Enrico Maria Salerno e, in seguito, i giovani Luc Merenda, Maurizio Merli e Franco Gasparri, poco espressivi ma particolarmente a loro agio in scene d’azione. Altro interprete è Franco Nero, già protagonista di molti western.
LE COLONNE SONORE
Le colonne sonore di molti film sono spesso pregevoli, opera di musicisti come Franco Micalizzi, Luis Bacalov, gli Oliver Onions (o fratelli De Angelis), Giorgio Gaslini, Riz Ortolani, Stelvio Cipriani, Ennio Morricone, gli Osanna, Armando Trovajoli, Pino Donaggio, Piero Piccioni. Dal 2007 la band italiana Calibro 35 realizza musica ispirata al sound tipico di molte colonne sonore del genere poliziottesco.
CONTAMINAZIONI
Il poliziottesco si ibrida anche con altri generi, imboccando nuove strade. Una di questa porta a Roma, quando incontra la commedia con il personaggio “Er Monnezza”, interpretato da Thomas Milian, attore cubano forse sottovalutato, in una serie di film fino ai primi anni ’80, doppiato da Ferruccio Amendola. Un’altra strada conduce a Napoli, dove a combattere il crimine è il commissario Rizzo, alias Piedone lo sbirro, interpretato da Bud Spencer.
Già protagonista con Terence Hill di una fortunata serie di film, Spencer è Piedone dal ’73 all’80 in quattro film, regia di Steno, in cui si miscelano scazzottate da parodia, inseguimenti in auto e comicità partenopea, espressa da attori come Enzo Cannavale.
L’ultima strada conduce ancora a Napoli, per sposare la sceneggiata partenopea, con Mario Merola che, diretto da Alfonso Brescia, gira alcuni film tra il ’77 ed i primi anni ’80, interpretando criminali “buoni”, che si occupano “solo” di contrabbando e di furti.
CRISI E FINE DI UN GENERE
Con la diminuzione della qualità dei film e la ripetitività di trame e situazioni, il poliziottesco entra in crisi tra fine anni ‘70 e inizi anni ’80. Nonostante il successo di pubblico, la critica italiana del tempo non ama il poliziottesco, accusando i film di essere di scarsa qualità e di diffondere messaggi reazionari ma da qualche anno, grazie a un rinnovato interesse da parte di critica e pubblico per i B-movie, il poliziottesco è stato riscoperto, mentre un regista come Quentin Tarantino in più occasioni manifesta il suo apprezzamento per il genere, anche inserendo degli omaggi nei suoi film.
La prima parte dell’articolo è disponibile qui: https://www.notizieteatrali.it/?p=28039&preview=true
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