di Andrea Di Maso – Venezia
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nasce nel 1932, diventando il primo festival cinematografico del mondo. Ideata da Giuseppe Volpi, Luciano De Feo e Antonio Maraini, la mostra si tiene per la prima volta dal 6 al 21 agosto di quell’anno, come parte della Biennale di Venezia, e rappresenta un evento unico nel panorama culturale del tempo. La prima proiezione del 6 agosto 1932 alle ore 21.15, sul terrazzo dell’Hotel Excelsior al Lido di Venezia, è il film statunitense “Il dottor Jekyll”, diretto da Rouben Mamoulian.
Fin dagli inizi, la Mostra di Venezia si pone come uno luogo d’incontro tra cinema di intrattenimento e cinema d’autore, dando spazio alle principali cinematografie mondiali.
I PRIMI DECENNI: DAGLI ANNI ’30 AGLI ANNI ’50
Negli anni ’30 e ’40, la Mostra del Cinema di Venezia subisce l’influenza del regime fascista. Viene istituita la “Coppa Mussolini” per premiare il miglior film straniero e il miglior film italiano. Sarà nel 1935 che il riconoscimento per gli attori sarà denominata coppa Volpi e, durante la Seconda Guerra Mondiale, tra il 1940 e il 1942, il festival si svolgerà in una modalità ridotta, senza grande eco internazionale.
È solo nel 1946, dopo la fine del conflitto, che la Mostra riacquista centralità a livello globale, tornando a ospitare registi e pellicole da tutto il mondo. In questo periodo, viene istituito uno dei premi iconici del festival: il Leone d’Oro. Tra i protagonisti di questo primo periodo vi sono registi come Luchino Visconti, Roberto Rossellini e Jean Renoir, esponenti del neorealismo, un movimento che rivoluziona il linguaggio cinematografico. Tra i film più rilevanti che segnano questa fase, c’è “La terra trema” di Visconti (1948), un capolavoro che racconta le difficoltà della vita rurale siciliana.
Negli anni ‘50 si affermano i nuovi divi come Marlon Brando (“Fronte del porto” di Elia Kazan) e Brigitte Bardot (“La ragazza del peccato” di Claude Autant-Lara). Quelli italiani: Gina Lollobrigida e Sophia Loren, Silvana Mangano, Alberto Sordi e Vittorio Gassman.
GLI ANNI ’60 E ’70: NUOVE CORRENTI E CONTESTAZIONI
Gli anni ’60 vedono l’affermazione di nuove tendenze nel cinema internazionale, come la Nouvelle Vague francese, con protagonisti registi quali Jean-Luc Godard e François Truffaut, che sperimentano linguaggi visivi innovativi. Anche il cinema italiano è in fermento, con autori come Federico Fellini, Michelangelo Antonioni e Pier Paolo Pasolini, che utilizzano Venezia come trampolino di lancio per le loro opere.
Gli anni ’70 sono caratterizzati da un periodo di crisi e contestazioni. Nel 1968, durante le proteste studentesche che scuotono tutta l’Europa, la Mostra viene interrotta per alcuni anni a causa delle forti tensioni politiche e sociali, con cineasti e intellettuali che chiedono una democratizzazione del festival. Nonostante le difficoltà, questo è anche il periodo in cui emergono nuovi registi d’avanguardia e si fanno strada cinematografie meno conosciute, come quella dell’Europa dell’Est e dell’Asia.
IL RILANCIO NEGLI ANNI ’80
Dopo un periodo di incertezze, gli anni ’80 rappresentano una fase di rinascita per la Mostra di Venezia. Sotto la direzione di Carlo Lizzani prima, e poi di Gian Luigi Rondi, il festival torna al centro dell’attenzione internazionale, ospitando film di autori come Wim Wenders (vincitore con “Il cielo sopra Berlino” nel 1987) e Krystof Kieslowski.
In questi anni, il Leone d’Oro diventa un riconoscimento ambito da registi di tutto il mondo. Nel 1984 nasce la SIC, Settimana Internazionale della Critica, gestita dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, dedicata a opere prime e seconde.
Nel 1988 viene proiettato “L’ultima tentazione di Cristo” di Martin Scorsese, il film solleva enormi polemiche nel mondo religioso.
GLI ANNI ’90: APERTURA AL CINEMA INDIPENDENTE
Negli anni ’90, sotto la direzione di Gillo Pontecorvo, la Mostra apre maggiormente al cinema indipendente e sperimentale. In questo periodo vengono presentati al pubblico film di autori come Quentin Tarantino e Pedro Almodóvar, che rivoluzionano il modo di fare cinema con un linguaggio fresco e iconoclasta.
Una delle edizioni più ricordate è quella del 1998, in cui il film italiano “Così ridevano” di Gianni Amelio vince il Leone d’Oro. Questa fase segna l’apertura della Mostra a una visione del cinema globale, dando spazio a cinematografie emergenti e nuove forme di narrazione.