Mi piace ricordare Gennaro Cimmino prima come persona e poi come artista. Perché è facile dire: era bravo, impegnato, appassionato. Certo, è così. Ma, naturalmente, il suo essere artista non può prescindere dalla personalità.
Gennaro era una bella persona. Innanzitutto gentile e umile. Rare doti. Pronto ad ascoltare e determinato. Non era chiuso nella sua bolla. Ha sempre aperto le porte anche agli altri. Da quest’anno, grazie alla sua sensibilità, ha dato spazio anche ai giovani con disabilità.
La sua Compagnia di danza è cresciuta, poco alla volta. Col tempo, con la serietà di un esperto, con la passione per l’arte che aveva attraversato. Ha sempre mostrato fiducia nei giovani e gli allievi della scuola di danza, educati da piccoli, sono andati avanti. Alcuni, superando luoghi e confini.
Negli ultimi anni si era molto impegnato per creare il Centro Körper, oltre la scuola e la Compagnia. Un centro nazionale di produzione, e poi di distribuzione. di un lavoro di decenni, che ha dato i suoi frutti. E che puntava all’internazionalizzazione.
I danzatori di Körper hanno volato e volano, grazie al suo minuzioso lavoro di incontri, sinergie, intese. Molte delle sue coreografie restano nella storia di quest’arte meravigliosa, che porta leggerezza ai nostri sguardi.
Ne cito uno per tutti, amato molto e soprattutto da noi napoletani, ma che ha girato ovunque: Vivianesque, un’opera dedicata al grande Poeta Raffaele Viviani. Alla sua visione, alle tante figura, ai colori, alla musica della città di Napoli.
Se ne è andato, leggero come la danza.