Mario Gelardi: “Ora non possiamo stare zitti”

Angela Matassa

Il Nuovo Teatro Sanità di Napoli chiude. La decisione è presa. Dopo dieci anni di presenza sul territorio, l’istituzione si accorge che la sala della Chiesa dell’Immacolata e San Vincenzo nel popolare quartiere partenopeo, non ha i requisiti per fare pubblico spettacolo. “Abbiamo provato a fare i lavori di adeguamento richiesti, – spiega il direttore artistico Mario Gelardi – ma a mano a mano che si procedeva, uscivano nuove esigenze e necessità, lavori importanti sia strutturalmente che economicamente, che non possiamo affrontare”.

Gelardi, non è una questione di oggi.

“Per la verità, no. Questo problema va avanti da tempo e, nonostante la nostra volontà di risolverlo, non abbiamo mai avuto risposte né documenti scritti”.

La proprietà è pubblica?

“Sì, del Comune di Napoli ma nella disponibilità della Curia: San Vincenzo è una chiesa. Noi siamo solo ospiti ben accolti. La risposta delle istituzioni, infatti, è sempre stata positiva verso il nostro lavoro. Abbiamo ricevuto apprezzamenti per l’impegno sociale di tutti, oggi siamo una ventina. Per aver coinvolto i bambini, i ragazzi. Abbiamo avuto il plauso della gente, ospitato nelle programmazioni compagnie non solo locali, con successo e soddisfazione. Illuminato il quartiere di cultura e legalità”.

Le poltroncine rimosse

Che cosa è successo, dunque?

“In verità non so dirlo, la motivazione non la conosco. Aspettiamo da quattro mesi la risposta della Giunta, ma non arriva. Poiché questo non è un vero teatro, ma è allocato in una chiesa del Settecento, è difficile effettuare alcuni cambiamenti. La Giunta precedente ci ha sempre rassicurato e spinti a continuare. Adesso, si è fermato tutto. Siamo stati appoggiati anche dalla Curia e dal parroco. In dieci anni abbiamo rappresentato qualcosa per la gente Non credo che siamo un problema da risolvere”.

Avete fatto delle proposte?

“Sì, noi del collettivo artistico ntS’ siamo anche disposti a cercare nuovi locali da adibire a teatro e spostarci. In questi anni abbiamo lavorato nella massima trasparenza, senza sottrarci ad ogni possibile risoluzione della questione, abbiamo ottenuto in pochissimi anni il riconoscimento ministeriale della nostra attività nel quartiere. Come collettivo artistico, siamo riusciti a raggiungere risultati insperati. Questo ci fa credere di aver lavorato bene. Ma per farlo abbiamo bisogno di un intervento istituzionale immediato e concreto

Adesso, che cosa farete?

“Sospendiamo l’attività. Inoltre, abbiamo ancora molti spettacoli mai rappresentati a causa della pandemia, che andrebbero recuperati, nel caso potessimo riaprire. Quindi non pensiamo proprio di organizzare una prossima stagione”.

Anche i laboratori si fermeranno?

Il Collettivo nts’

“Quelli di drammaturgia e di recitazione, che sono finanziati, andranno avanti fino a giugno, quando scadranno gli accordi. Mi dispiace davvero, perché quest’anno anche gli adolescenti volevano partecipare alla formazione, ma per ora siamo in attesa e ci fermiamo, nella speranza che, chi di dovere ci interpelli. Ho fiducia che un incontro aperto potrebbe aiutare a prendere decisioni e rimuovere gli ostacoli. Ma, intanto, non possiamo stare zitti”.

 

 

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