Sabato 7 e domenica 8 ottobre 2023, al Teatro di San Carlo di Napoli, andrà in scena “Winter Journey”, l’opera di Ludovico Einaudi sul dramma dei migranti. Prima esecuzione assoluta, debutto operistico dell’autore, è stata nel 2019 al Massimo di Palermo. L’opera di Ludovico Einaudi, con libretto di Colm Tóibín e drammaturgia di Roberto Andò, è diretta da Carlo Tenan.
Protagonisti un uomo, una donna e un bambino, una famiglia separata dalla guerra. In scena artisti di diversi paesi. Firma scene e luci Gianni Carluccio, i costumi Daniela Cernigliano, il video è a cura di Luca Scarzella e il suono di Hubert Westkemper. Gli interpreti non sono cantanti lirici ma noti artisti africani, Malia (Woman) e Badara Seck (Man), con gli attori Jonathan Moore (politician e voce recitante del coro) e Elle van Knoll (voce recitante del coro). La parte del bambino (Child) è interpretata da Fabio Boateng. Nel cast anche, come figuranti, gli allievi della scuola del Teatro di Napoli/ Teatro Nazionale. “Winter Journey” richiama “Winterreise” di Franz Schubert, canto rivolto all’anima perduta dell’Europa.
“Sin dall’inizio – spiega Roberto Andò – con Einaudi e Tóibín abbiamo deciso di raccontare una storia in cui emergessero dei sentimenti, e ci fosse la tensione dolorosa di vite costrette a separarsi, l’incertezza di un viaggio disperato, quello di chi affronta l’insidia del mare e vagheggia un approdo sulle sponde europee in cerca di lavoro e accoglienza.

Mai come oggi i migranti affrontano un viaggio d’inverno, – Schubert lo aveva già capito – dove l’inverno è il cuore di un’Europa che non sa più far corrispondere le parole e i gesti della politica agli ideali di fraternità e civiltà che erano all’origine della sua utopia.
L’inverno dell’Europa è il paesaggio gelato del migrante respinto, delle nazioni chiuse nel proprio egoismo miope, dei cittadini perplessi sulle parole da usare: accoglienza, integrazione, cittadinanza, umanità. Qui non ci sono voci liriche, ci sono solo le voci normali di un uomo, di una donna e di un bambino, che riflettono sul proprio destino, che sussurrano il proprio dolore e intonano lo spaesamento di chi è costretto a vivere il tempo straziante dell’assenza. L’opera racconta l’incrocio di queste voci, il loro inseguirsi e cercarsi a distanza”.
Einaudi, a proposito dei due protagonisti afferma: “Sono a tutti gli effetti due cantanti ma provenienti da una tradizione differente da quella occidentale, ossia provengono dall’Africa e cantano nella maniera tradizionale africana. Loro hanno ricevuto le mie indicazioni melodiche, però poi fioriscono e improvvisano liberamente alla loro maniera. Entrambi portano la loro anima, la loro interpretazione personale che arricchisce l’opera”.

Un’opera lirica non convenzionale, fuori di retorica, per restituire l’inverno dell’anima di chi patisce e di chi calpesta l’umanità stessa nella sua costante Odissea.