Torna al San Carlo il capolavoro wagneriano

Maresa Galli

Un successo “Die Walküre” di Richard Wagner, primo titolo della Stagione Lirica nel restaurato Teatro di San Carlo, in scena dal 16 al 29 aprile. L’opera torna in tutto il suo splendore nella storica produzione del 2005, vincitore del Premio Abbiati, per la regia di Federico Tiezzi, le scene di Giulio Paolini, le luci di Gianni Pollini e i costumi di Giovanna Buzzi. Composta tra il 1851 e il 1856 da Wagner, è il secondo dei quattro drammi musicali della Tetralogia “L’Anello del Nibelungo”. La lettura di Tiezzi mostra la decadenza di una famiglia borghese di metà ‘800, citando “I Buddenbrook” di Thomas Mann come una lente attraverso la quale osservare la crisi di un’epoca. Entrano in scena gli uomini che gli dei hanno asservito. Le nove vergini guerriere, figlie di Wotan, il padre degli dei, e di Erda, le Walkirie, hanno il compito di trasportare nel Walhalla gli eroi morti in combattimento per creare un esercito a difesa della dimora degli dei. Al centro della scena campeggia una grande gabbia metallica che racchiude il dramma degli umani, distanti anni luce dalla rocca del Walhalla il cui astratto mondo è evocato da pianeti e satelliti. Il declamato wagneriano è immaginato per rafforzare la continuità drammatica della musica. La gabbia rappresenta la casa del nemico Hunding dove si rifugia Siegmund, che qui incontra la sorella Sieglinde.

La scenografia di “Die Walkure””

La gabbia diviene teca-rupe dove riposerà Brünnhilde fin quando un eroe pari a un dio, il nascituro Siegfrid, spezzerà il sortilegio del sonno creato dal padre Wotan. Il palcoscenico si trasforma poi in una sala di anatomia per dissezionare il cadavere di un eroe. È un mondo che corre a precipizio verso la fine e che si legge anche nei fantastici costumi di Buzzi, nei sapienti giochi di luci ed ombre. Le cinque ore di spettacolo in tre atti scorrono piacevolmente grazie ad un cast straordinario: sul podio il direttore musical del Lirico, Dan Ettinger, che conduce con piglio incalzante, con equilibrio ed eleganza l’Orchestra del Teatro di San Carlo. Jonas Kaufmann, che torna al San Carlo dopo l’“Otello” inaugurale della passata stagione, interpreta Siegmund, con voce incantevole e potente, capace di rendere tutte le sfumature psicologiche del personaggio, con compattezza vocale, ampi fraseggi e con perfetta resa scenica.

Il protagonista Jonas Haufmann (ph. L. Romano)

Bravissimo anche il soprano Vida Miknevičiūtė, al suo esordio sancarliano, nel ruolo di Sieglinde, forte per intensità, espressività e spessore. Amabile il Wotan del baritono britannico Christopher Maltman, anche lui per la prima volta al San Carlo, dal bel timbro, dall’ottima, raffinata tecnica, capace di rendere la forza drammatica del personaggio. Bravi anche, per rigore interpretativo, la Fricka del mezzosoprano Varduhi Abrahamyan e il cupo Hunding del basso John Relyea. Le Walkirie sono: Okka von der Damerau (Brünnhilde), Nina-Maria Fischer (Gerhilde), Miriam Clark (Ortlinde), Margerita Gritskova (Waltraute), Marie-Luise Dreßen (Rossweisse), Regine Hangler (Helmwige), Julia Rutigliano (Seigrune), Edna Prochnik (Grimgerde) e Christel Loetzsch (Schwertleite). Interminabili applausi alla prima e alle repliche per un’opera che fonde mitologia e passione, grande musica e dramma, che mostra il destino di uomini e dei uniti dalla possibile, agognata redenzione d’amore.

 

Categorie

Ultimi articoli

Social links

Notizie Teatrali © All rights reserved

Powered by Fancy Web