Anime nude. Dedicato alle donne violate

Angela Matassa

Anime nude, da Ipazia a Giulia. Tratto dal testo omonimo. Regia di Barbara Amodio

 

Alle Anime nude. Senza retorica. Nella Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, abbiamo scelto di pubblicare alcuni brevi commenti di esponenti del mondo della cultura, dello spettacolo ed esperti. Alla domanda: secondo lei, perché c’è tanta violenza contro le donne?

L’appello è al coraggio della denuncia, alla solidarietà verso chi subisce abusi e prevaricazioni di ogni tipo, alla società.

Ecco le risposte:

Il fatto culturale predomina, ma anche il rinnovato senso del patriarcato insieme a discutibili valori che non hanno a che fare con etica e cittadinanza. Siamo tutte vittime di un sistema.

ESTHER BASILE, filosofa e scrittrice

 

Perché non c’è educazione alla relazione con se stessi e con gli altri e le persone si usano a vicenda per colmare i loro vuoti invece che farsi aiutare a comprendere da dove vengono per elaborarli.

I femminicidi sono omicidi e gli omicidi accadono perché le persone vogliono eliminare qualcosa che è dentro di loro e siccome non sanno come fare lo traslano su qualcuno di esterno che altro non è che una parte di sé per dimostrare a se stessi di essere in grado di sopraffare quella parte scomoda odiata e angosciante.

Infatti avvengono tra persone che non sono alla pari rispetto al potere. Uomini su donne. Adulti su bambini. Anche nei regolamenti di conti è così. Anche negli omicidi per rapina è così.

FADIA VERA BASSMAJI, regista Reggio Emilia

Perché il genere maschile non ha accettato ancora il progresso delle donne, la loro voglia decisionale, la loro intraprendenza nel voler conquistare la parità. Soprattutto quando la donna decide di finire un rapporto, l’uomo si sente denigrato proprio nel suo ruolo di maschio.

TOMMASO BIANCO, attore Bologna

 

Sono figlio di un padre violento e conosco bene le dinamiche che non sempre hanno motivazioni se non nella testa di un uomo.

Oggi come ieri il senso del possesso, spinge l’uomo ad agire secondo un modello che a volte riceve in eredità dalla propria famiglia o dal contesto sociale. Non è amore, non è pazzia la violenza dell’uomo, credo invece che sia frutto di una regressione culturale di alcuni strati sociali. I modelli televisivi inoltre, continuano a mostrare un’immagine della donna come oggetto sessuale da possedere e basta.

La mentalità patriarcale va azzerata è solo ignoranza di chi usa violenza contro la donna, sarebbe ora di abbandona visione arcaica e superata di un rapporto che, invece, deve essere di rispetto e amore.

FORTUNATO CALVINO, regista, drammaturgo

La prima cosa che mi viene da dire è che abbiamo lasciato, per troppo tempo, che l’uomo gestisca da solo, o quasi, la società. Anche in famiglia si è spesso accettato un ruolo subalterno al figlio maschio senza ribellarsi e quindi si sono creati questi mostri impotenti che non sanno dialogare, eliminando il loro problema con la violenza. Per non parlare della legge molto spesso gestita da uomini che hanno cara la propria supremazia. Ma non ho detto che l’uomo ha sempre avuto paura del potere di morte e di vita della donna e questa paura atavica ha fatto in modo che cercasse in tutti i modi di sottometterla.

ADRIANA CARLI, attrice

La violenza sulle donne non cesserà finché famiglia e scuola non educheranno al rispetto e alla parità dei sessi. E finché lo Stato non sosterrà i ruoli della donna con i presidi sociali.

MARGHERITA DINI CIACCI, past president UNICEF

 

 

 

 

Perché la donna non è più quella di una volta. La figura rassicurante da tenere in casa. Forse agli uomini  non va giù che oggi siamo emancipate, lavoriamo in ogni campo e siamo indipendenti. E qualche volta, si lasciano andare alla violenza”.

TINA FEMIANO, attrice

 

“Perché ancora non si accetta che le donne siano indipendenti e possano godere di tutte le libertà che hanno gli uomini”.

FRANCESCO COGLITORE, drammaturgo, regista Messina

 

 

Gli uomini violenti sono persone sicuramente malate. Il grande problema è stato percorrere una strada di emancipazione della società solo al femminile senza riuscire a sradicare il millenario senso del potere maschile.

ANTONELLA FESTA, docente Reggio Emilia

 

Il femminicidio rientra nel quadro molto ampio della violenza di genere. Se aggiungiamo le uccisioni di donne trans, l’omofobia e la lesbofobia, ci rendiamo conto che c’è un problema che attinge al femminile o che è percepito come tale. Tutto questo è legato allo stereotipo del maschilismo, del gregarismo, della dimensione patriarcale. Le conquiste ottenute non mettono al riparo dalla violenza, né le donne né le minoranze di genere”.

CLAUDIO FINELLI, scrittore, drammaturgo

 

La società è da sempre patriarcale e maschilista Il berlusconismo ha riportato a secoli addietro l’immagine e il ruolo della donna. Un sintomo di un Paese retrivo, che ha paura anche di pronunciare le parole educazione sessuale. Tante donne hanno lottato per i diritti, mentre troppe hanno sposato il modello di bellezza e gioventù a tutti i costi. L’educazione degli uomini parte dalla famiglia, dall’esempio di uguaglianza, rispetto, valorizzazione.

MARESA GALLI, musicista, vocalist, sociologa

La violenza così efferata e diffusa è in parte dovuto a un crescente senso d’inferiorità dell’uomo di fronte ai traguardi raggiunti dalle donne che sono riuscite, negli anni, ad emanciparsi. Il delitto d’onore è stato abrogato solo nell81’, ma, da allora, la giustizia ingiusta italiana non ha saputo o voluto far fronte seriamente all’odioso fenomeno.

ANNA MARIA LIBERATORE, scrittrice

Troppe parole e pochi aiuti concreti. Mai si dovrebbero lasciare sole le donne maltrattate, c’è tanta indifferenza. E di questo ne approfittano gli uomini violenti fino al punto di non ritorno. Violenza e sopraffazione esistono ovunque e da sempre e ci si chiede perché. Non si può spiegare facilmente e in poco tempo. Ne ho scritto nel libro Quale amore. Una cultura distorta toglie i diritti fondamentali alle donne, la libertà e ancora oggi e sempre di più anche la vita. Atroce realtà e ogni contrasto pare inutile ma è importante e fondamentale continuare a darsi da fare ognuno con gli strumenti che ha a disposizione in sinergia con gli altri.

GIOCONDA MARINELLI, pittrice, scrittrice

Perché le donne sono più forti di noi, io non ho dubbi. Sono più coraggiose, intraprendenti, empatiche. La violenza è sinonimo di debolezza, come la dipendenza da qualcosa e/o qualcuno che bisogna fare ‘proprio’ a tutti i costi, per poter sopravvivere, almeno nella nostra testa malata. Una testa bombardata da secoli di bombe e gas mefitici maschilisti. Un enorme equivoco, necessario all’uomo che ha bisogno di credersi superiore, migliore e più potente, specie se ammalato di narcisismo, come sempre più di frequente accade, per forza di cose. Hanno ragione quelle donne e quei rari uomini (questi sì degni di tale definizione) che chiedono di cambiare il linguaggio e il pensiero corrente in ogni dove, così da guardare in faccia la realtà e spostare il sentire verso un sano e paritario ‘scambio tra esseri umani’ che rafforzi tutti.

LUCIANO MELCHIONNA, drammaturgo, regista, attore

Difficile pronunciarsi, tuttavia alcune indicazioni è possibile elencarle: la famiglia è istituzione disfatta per cui è inutile parlare di patriarcato in quanto la verticalità del capofamiglia è stata sostituita dalla orizzontalità diffusa tra i membri, dove i giovani appaiono spesso affetti da un adultismo precoce, e i genitori colpevolmente affetti da un adolescentismo protratto. Nessuno si assume responsabilità e cura programmata da “patriarca” o matriarca, ma si tende ad una delega verso l’esterno, affidata al gruppo dei coetanei e alle risposte collettive dei locali di ristoro. Occorre però anche dire che essere madri presenti non è facilitato dal mondo organizzativo del lavoro.

La Società poi mostra sui media e i social modelli esasperati di successo, immagine e guadagni che inducono ad una superfetazione di desideri inutili ad aumentare insoddisfazione e consumismo. La donna, così, appare sempre più relegata ad essere un possesso di oggetto/cosa fra le altre. Anche se suona male, preferirei definire donnicidio questo esecrando delitto.

LUCIA STEFANELLI CERVELLI, poetessa, scrittrice

Credo sia dovuto al fatto che mai come oggi gli uomini si sentono insicuri. Uomini non forti temono le donne! Temono la loro indipendenza, le loro conquiste.

Nel ’68 gli uomini erano accanto alle donne nelle loro battaglie. Oggi c’è un capovolgimento dovuto anche a segnali esterni che inducono a pensare che la donna debba essere sottomessa, un passo indietro, questo li autorizza a credere che debbano addomesticarle, renderle ubbidienti. Ma un uomo consapevole di sé non aggredisce, non ne ha bisogno.

GILDA VALENZA, fotoreporter

 

“Anime nude”, il libro
Copertina libro “Quale amore”

 

 

 

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