Demoniaca follia

Redazione

“IL DIAVOLO E DIO SONO SEMPRE IN LOTTA TRA LORO, E IL CAMPO DI BATTAGLIA È IL CUORE DELL’UOMO”

 

Una scena
Una scena

 

Nuovo passo nel percorso nell’opera di Dostoevskij da parte della Compagnia I Demoni che questa terza volta affrontano il noto capitolo dei Fratelli Karamazov, Ivan e il diavolo, in scena al teatro Galleria Toledo di Napoli dal 13 (ore 20,30) al 17 gennaio. Ne è protagonista Alberto Oliva (Premio Sipario 2012, Premio Pirandello 2012, ideatore e animatore del progetto “Registi on the road” da poco presentato anche a Napoli) e Mino Manni alle prese con un diavolo sorprendente e imprevedibile, in un dialogo estremo, di straordinaria potenza verbale. Due personaggi che agiscono al confine tra realtà e allucinazione. Il testo affronta il tema dell’ingiustizia del male, l’orrore di vedere l’innocenza dei bambini – vittime inermi – costretta a pagare la perversione che, in molti uomini, ha la meglio sul loro lato umano; ma, soprattutto, l’orrore che nasce nell’uomo quando comprende che il male in sé è seducente nonché endemicamente parte del proprio essere.

Il giovane Ivan, interpretato da Alberto Oliva all’esordio come attore dopo i recenti riconoscimenti ottenuti alla regia (Premio Sipario 2012, Premio Pirandello 2012), si confronta con il lato oscuro della propria anima, interpretato da Mino Manni alle prese con un diavolo sorprendente e imprevedibile, in un dialogo estremo, di straordinaria potenza verbale.

 

Alberto Oliva e Mino Manni in scena
Alberto Oliva e Mino Manni in scena

 

Che la cultura russa sia dominata dall’inquietudine e dalla continua riflessione sul bipolarismo che domina l’animo umano, è un dato di fatto. Qualsiasi grande artista si vada a investigare, non potremmo che dedurne questa conclusione: pensiamo ai romanzi di Tolstoj o di Turgenev; alla musica di Cajkovskij o di Stravinskij. Dostoevskij però, rimane sempre l’esempio più universalmente conosciuto e diffuso – anche nella riflessione filosofica – tanto da essere diventato proverbiale e ampiamente conosciuto per i titoli delle sue opere, nonché per le questioni dibattute nelle stesse: chi di noi, pur non conoscendone il contenuto, non ha mai sentito nominare l’episodio del Grande Inquisitore dei Karamazov?

Ecco allora che la messinscena di Ivan e il diavolo, grazie anche alla scenografia di Serena Zuffo punta a sottolineare la dimensione del contrasto, del conflitto, degli opposti che si incontrano e collidono quando non possono più essere tenuti distanti. Ci troviamo in un ambiente degradato, logoro e sudicio, come a dare una rappresentazione esterna dell’anima di Ivan: un bagno che dovrebbe fungere da luogo della purificazione e della pulizia e che, al contrario, è più sporco di una latrina pubblica, abbandonato al degrado.

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