Giovanni Meola, TeatroallaDeriva

Maresa Galli

Si è appena conclusa con successo la VII edizione di TeatroallaDeriva, rassegna teatrale, unica in Italia, che propone spettacoli che vanno in scena su una zattera galleggiante, costruita e posizionata all’interno del laghetto circolare delle Stufe di Nerone a Bacoli (Napoli). E’ ideata da Ernesto Colutta e Giovanni Meola, che ne cura la direzione artistica.

Meola, qual è il bilancio per il 2018?

“Quando è cominciata l’avventura, nessuno di noi poteva onestamente immaginare quanto poi è accaduto in questi sette anni. Innanzitutto, un’affezione crescente e continua da parte del pubblico. Si è formato uno zoccolo duro di spettatori che non saltano un solo appuntamento dei quattro che tradizionalmente proponiamo nelle domeniche di luglio. Inoltre, si è creata una sorta di piccola comunità che discute, si confronta, analizza le mie proposte. Personalmente, sono sempre molto contento quando uno spettatore mi comunica ciò che pensa del singolo spettacolo o del cartellone nel suo insieme che, per sei anni consecutivi, ho proposto al pubblico flegreo e non solo.

Una location particolare.

“Le Terme-Stufe di Nerone, sono un posto già molto suggestivo, ancora di più quando ospita quello che noi stessi definiamo il ‘teatro sulla zattera’. Ed è questa sua particolarità a fare di questa rassegna un evento unico in tutta Italia: non si trova da nessun’altra parte un palcoscenico galleggiante di 6 metri per 4, il che rende l’evento ancor più speciale ai nostri occhi. Tutti gli artisti che ho invitato, una volta scesi dalla zattera, non hanno fatto altro che raccontarci di sensazioni uniche nell’andare in scena in quelle condizioni, consapevoli che forse non capiterà mai più di rifarlo”.

Come sempre l’offerta culturale è incentrata sulla drammaturgia contemporanea.

Giovanni Meola

“Ho assunto la direzione artistica in piena collaborazione con la famiglia Colutta, che delle Stufe è proprietaria e motore inesauribile. In particolare con il realizzatore materiale della zattera, Ernesto Colutta, uomo poliedrico e generoso, le mie scelte si sono indirizzate soprattutto verso la drammaturgia contemporanea, sempre negletta qui da noi, nella certezza che confrontarsi con i temi e con le problematiche affrontate da testi di autori viventi e attenti, non potesse che scatenare riflessioni e suggestioni negli spettatori. Ma allo stesso tempo ho anche sempre cercato di inserire almeno un lavoro che si allontanasse da questa premessa metodologica e sono contento di essere riuscito a portare in scena spettacoli con forti contaminazioni, in diversi casi musicali. Quest’anno abbiamo chiuso in bellezza con un recital musical-teatrale, “Totò Crooner” di Carmine Borrino, che vede protagonista il grande Totò ma da un punto di vista inusuale, quello dell’autore di canzoni”.

 

 

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