Guernica Bombing, un faro sull’atrocità della guerra

Renato Aiello

La Storia conosce astuti sentieri per i famigerati corsi e ricorsi di Vichiana memoria. Guernica ne è l’esempio lampante. Il capolavoro di Pablo Picasso sulla tragedia dell’omonima città spagnola bombardata dai nazifascisti, alleati di Francisco Franco, è titolo e protagonista assoluto del monologo Guernica Bombing.

Scritto e diretto da Mirko Di Martino e interpretato da Orazio Cerino, Guernica Bombing è andato in scena al Teatro Tram di Napoli per due weekend consecutivi a ottobre. Coincidendo, purtroppo, con l’ennesimo scoppio delle ostilità tra Israele e Palestina nella striscia di Gaza e in particolare a Gaza City, martoriata quasi come una Guernica moderna.

L’opera di Picasso ha attraversato i decenni, tra spostamenti e viaggi nei musei delle due sponde dell’Atlantico, mentre nel mondo gli eccidi continuavano anche dopo la fine della Guerra civile spagnola e del Secondo conflitto mondiale.

Per poi essere esposta – una copia ovviamente – anche all’ingresso della sede delle Nazioni Unite a New York, come monito pacifista a potenti e diplomatici di tutti i popoli della Terra. I quali evidentemente non hanno mai prestato la giusta attenzione all’arazzo commissionato da Rockfeller, arrivando persino a coprirlo durante le interviste a Colin Powell, Segretario di Stato USA durante l’amministrazione Bush. L’imbarazzo era forse troppo grande nel racconto delle armi di distruzione di massa all’ONU, e nella dichiarazione di guerra – di fatto – all’Iraq di Saddam Hussein.

La storia di Guernica è diventata allegoria universale delle contraddizioni da sempre insite nelle superpotenze democratiche, nei giochi di potere e di dominio globali. Guernica Bombing è invece una parabola affilata, incessante e implacabile, che l’attore Orazio Cerino sa condurre con ironia fulminante sul palco di Port’Alba.

Partendo dall’Esposizione Universale di Parigi, in cui nazisti e comunisti facevano a gara coi padiglioni più alti, grandi e monumentali; passando per le bugie sugli italiani brava gente (che ci raccontiamo da troppo tempo e puntualmente sfatate); e finendo per affrontare la miseria umana della disinformazione in questa piccola operazione di debunking.

La prima fake news della Storia, d’altronde, fu quella messa in giro sul generale spartano Pausania nella Grecia del 479 a.C., dilaniata com’era da rivalità tra Polis, sospetti e dalla guerra contro i Persiani. E oggi le degne eredi di quella falsa lettera diffusa a Sparta sono proprio quelle notizie create ad “arte” sulle presunte finte vittime dei bombardamenti russi in Ucraina, attori e attrici assoldati per l’occasione secondo il regime di Putin.

La verità è la prima vittima in ogni Guerra e questo emerse, del resto, molto bene all’indomani del terribile bombardamento di Dresda, la Firenze tedesca sull’Elba. Un’ecatombe i cui numeri furono sicuramente gonfiati dai nazisti, per dimostrare che gli alleati non fossero così diversi da loro, ma comunque spaventosi. “Una morte è tragedia, ma un milione di morti è statistica”, amava ripetere il dittatore sovietico Josif Stalin, uno che di bagni di sangue era esperto tra purghe, invasioni e gulag siberiani.

Allo stesso modo di Furher e Duce che fecero le prove generali della Seconda Guerra Mondiale in Spagna al fianco del generale Franco, e in particolare a Guernica, città martire del Novecento. Non la prima e purtroppo nemmeno l’ultima del secolo breve, ma sicuramente quella che ha ricevuto la maggiore eco mediatica nel XX secolo. Complice un enorme dipinto del maestro cubista Picasso, un olio su tela che grida dolore e morte ancora oggi.

Categorie

Ultimi articoli

Social links

Notizie Teatrali © All rights reserved

Powered by Fancy Web