Il peso del vuoto

Gioconda Marinelli

La copertina del libro
La copertina del libro

“Le parole possono assomigliare a pallottole. Puoi spararle come dalla canna di una pistola. Quasi come un cecchino miri e spari. Non è come la lama di un coltello che devi spingere fino a entrare nella pelle altrui, la pistola spara a distanza di sicurezza. Puoi uccidere senza conoscere… la parola può accarezzare o violentare i corpi senza mai bisogno di toccarli”.

Come non condividere pensiero e riflessioni, anche Carlo Levi scriveva che le parole sono pietre. Sono quelle parole piene d’odio, che prima della violenza fisica, lasciano senza vita un uomo, Mirco, e che fanno inorridire il protagonista della storia, Andrea, suo nipote: “Mirco era omosessuale e io lo sapevo da tempo, ma a quella parola non attribuivo nessun significato. Mirco era Mirco”.

E’ un romanzo di formazione, di educazione ai sentimenti “Il peso del vuoto” di Umberto Cortese, che segue il giovane Andrea dall’infanzia felice e scanzonata alla crescita problematica e ne osserva le relazioni affettive, l’amicizia, i turbamenti del corpo e dell’anima, l’ innamoramento per la bella Colette, l’inevitabile scontro con ipocrisie e convenzioni sociali; che lo vede disorientato nell’osservare la continua lotta tra il bene e il male, il modo di giudicare degli altri sempre crudele. E dunque forte e sofferto è il grido contro l’omofobia, quel flusso continuo di violenza, contro la sopraffazione, la discriminazione, l’emarginazione, parole e gesti da condannare, che non trovano alcuna giustificazione mai e che provocano situazioni estreme. C’è un mondo brutale intorno che si allontana per sempre dalla poesia dell’amore e della natura, sensazioni ed emozioni pure, che l’autore vuole recuperare e descrivere nelle sue pagine e nel suo cuore.

Umberto Cortese, osserva Diletta Capissi nella prefazione, usa la scrittura con piglio deciso e vivace, non edulcora gli episodi, li descrive con un linguaggio duro e diretto, non vuole compiacere ma far riflettere, non cerca espedienti letterari o esperienze oniriche per raccontare. E’ un romanzo di grande impatto emotivo”. Al lettore sembra di farsi strada in quel bosco di betulle dalla bellezza surreale, attraversato da raggi di sole caldo e necessario, una colonna di alberi svettanti che cercano di toccare il cielo, che pur nascondono dolore, abbandono, morte, dove volendo, si può incontrare un uomo grande e grosso, Olmo, capace di sussurrare dolcemente alle piante e di ascoltare il dipanarsi di una storia, un gioco di memorie dentro una scatola che contiene una poesia e un diario, ricordi di un passato che delineano un presente senza futuro. Ma esiste davvero un personaggio così strano che può portare in salvo o è frutto dell’immaginazione e del desiderio di tornare indietro? Purtroppo no e la vita si spezza inesorabilmente.

 

 

Umberto Cortese

Il peso del vuoto

Marotta & Cafiero editori

p. 128, euro 10,00

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