La bisbetica domata

Alessia Pagliaro

Quasi completamente privi di abiti e tutti di sesso maschile, otto ballerini della compagnia di danza Korper di Napoli, diretta da Gennarto Cimmino  (di cui cinque campani) interpretano La bisbetica domata di William Shakespeare. Due donne: Katherine (la bisbetica) e Bianca, sua sorella, il loro rapporto, l’incontro con i pretendenti, la passione, la sottomissione, il dominio: questi i temi.


Bisbetica domata

La coreografia di Giuseppe Parente, protagonista e regista della pièce in scena al teatro Nuovo di Napoli, racconta per quadri la nota vicenda della commedia, attraverso il movimenrto della danza contemporanea, sul ritmo delle musiche elettroniche originali di Vito Pizzo, sulle scene tecnologiche di Franco Silvestro, Rescigno/De Martino che proiettano oggetti tridimensionali.

La potenza espressa da corpi scolpiti, i gesti a volte ossessivi ma eloquenti narrano la vicenda di Katherine “apparentemente domata”, dice il regista, e del suo alter ego, Bianca “apparentemente dolce e remissiva”.

Una magia avvolge il teatro e la forza fisica, sapientemente dosata, riesce a trasfondere il senso della lotta tra gli opposti, del conflitto tra eros e psiche.

Uomini per interpretare anche i ruoli delle donne, come nel teatro elisabettiano, ma non solo. Il regista riesce nell’intento di esprimere il femminile attraverso il maschile.

Pur non utilizzando vestiti o gonne, Giuseppe Parente (Katherine)  e Dario Brevi (Bianca) si trasfigurano e riversano sulla scena una femminilità che li fa apparire a tutti gli effetti donne.

Per i costumi Concetta Iannelli si è ispirata ai ricami giapponesi e agli stliisti americani, sostituendo con pochissimi elementi i pesanti abiti cinquecenteschi.

Con le due ‘sorelle’, in scena Giuseppe Paolicelli, Luca Tomaso, Claudio Pisa, Francesco Capuano, Nicola Picardi, Riccardo Barsalona.

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