Napoletanità di Pirandello

Redazione

Fabio Brescia
Fabio Brescia

Fabio Brescia osa. E mette in scena al Teatro Bracco di Napoli, dal 13 al 16 marzo, la sua originale versione di L’uomo la bestia e la virtù di Luigi Pirandello. “In omaggio – spiega l’attore che ne è anche protagonista  – all’amicizia tra questi ed Eduardo che risale al 1933, quando Pirandello andò al Teatro Sannazaro per assistere a una commedia dei De Filippo. Da quell’incontro nacque la grande collaborazione tra quelli che io considero i maggiori drammaturghi italiani”. “L’uomo, la bestia e la virtù”, però, non fu tra i titoli messi in scena da De Filippo con “L’abito nuovo” e “Berretto a sonagli”.

Questo testo di Pirandello fu molto osteggiato dalla critica e dal pubblico per la sua “leggerezza”. “In realtà, secondo me, – continua Brescia, impegnato anche sul fronte radiofonico e televisivo – nasconde una feroce critica alla società dei primi del Novecento, che considerava la donna solo come angelo del focolare e non come essere umano in grado di provare emozioni e, quindi, di innamorarsi. L’amore che sboccia tra Paolino e la signora Perella e che, com’è noto, causa la gravidanza e tutto il gioco teatrale che ne deriva, scopre, in fondo, tutta la negatività dei personaggi maschili, ciascuno impegnato a salvare se stesso”. Dunque la trasposizione è in napoletano?Sì, permeata di quella napoletanità propria ai testi di Eduardo e a quei sottotesti propri alle opere di entrambi. Non lo fece Eduardo, lo facciamo noi, oggi, indegnamente”.

Con Fabio Brescia nei panni di Paolino, recitano Manila Aiello (la signora Perella), Stefano Ariota (Rosaria, la governante), Roberto Ingenito (il dottore), Salvatore Totaro (il capitano).

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