Nei meandri del proprio sé

Angela Matassa

Torna a Napoli Enrique Vargas con il suo Teatro de los Sentidos, che nell’ambito del NTFI 2019, porta lo spettacolo Reneixer, un lavoro nel quale confluisce una ricerca intorno al mondo simbolico del vino.

Arriva nella città partenopea e pone subito l’antica domanda: coma riesce Napoli a sostenersi su un uovo? E come può il poeta Virgilio diventare mago? Le “preguntas” sono sempre alla base degli allestimenti del regista colombiano, dai quali si esce ancora più incuriositi e riflessivi. Come nei precedenti “Oracoli” e “Cosa deve fare Napoli per rimanere in equilibrio sopra un uovo, appunto, i piccoli gruppi di spettatori si addentrano nei meandri del proprio sé, nei ricordi, negli stimoli e nelle sensazioni più profonde.

Napoli, città che Vargas ama, pone tanti interrogativi, le facce opposte di Jeckill e Hyde, ma anche certezze e molte paure. “Dell’inimmaginabile. – dice– Ho terrore dell’oscurità eppure paura di perderla perché questo lavoro si svolge in labirinti oscuri”. Creazioni le sue, che nascono comunque e sempre dal richiamo a Dioniso, ad Apollo. Il mito che torna e permea le nostre storie. Dioniso, è il dio del vino, dell’ebbrezza, ma anche del teatro, Così è significativa nella nostra città la presenza del Vesuvio. “C’è tensione e paura nei confronti del vulcano, perché non sappiamo che cosa potrà succedere. Ma tutto deve avere risonanza dentro di noi”.

Teatro come gioco, “non bisogna prendersi mai troppo sul serio – ammette– è questo che mi ha permesso di realizzare il mio lavoro”.

Sensi. “La ricerca sul vino ci ha permesso di utilizzare tutti gli strumenti del linguaggio sul quale ricerchiamo da sempre, il linguaggio sensoriale. Toccare, annusare, gustare, vedere, udire: tutto mescolato nell’esperienza sinestesica che solo qualcosa di così potente e misterioso può permettere”.

Un coinvolgimento totale, un’ebbrezza, una festa che permetterà la fermentazione/ trasformazione, cui si aggiunge in Reneixere l’elemento simbolico della rinascita, lapossibilità di reinventarsi,“ma anche questo dipende da noi .- sottolinea Vargas– Lavoriamo sul potenziale e sull’esigenza di cambiamento continuo.Da questo e dalla sua poetica dipende il futuro anche di un popolo. La storia ci dirà. La domanda o il silenzio ci portano lontano o vicino”.

Ma c’è un oltre i sensi? “L’ultima domanda che ci siamo posti è questa: – risponde– come possiamo dar vita a un Teatro dell’odio e a farci cacciare dal pubblico?”.Il primo esperimento è stato fatto con “Cuore di tenebra”, portato a Copenaghen, Barcellona e Pistoia. Reazioni molto diverse, dubbiose o decise nei diversi luoghi. “Quello napoletano però non è mai convenzionale”.

Teatro dei sensi e dell’ascolto dunque, che modifica e influenza gli stessi protagonisti in una scoperta antropologica e sociale. “Con i partecipanti al percorso il rapporto è diretto, – spiegano gli interpreti– ma ogni apertura di scatola, ogni soglia può essere un sipario”.

Vargas, il Maestro o il “capo dei bambini” come lo definiscono, rende tutto orizzontale. Nel suo concetto di compagnia c’è il vero senso della parola.

 

Reneixer

dal 26 al 29 giugno a Palazzo Fondi

Con Chiara Baffi, Pancho Garcia, Gabriel Hernandez, Arianna Marano,

Patrizia Menichelli, Giovanna Pezzullo, Gabriella Salvaterra, Daniela Cossu, Joan Gerard Torredeflot.

Regia di Enrique Vargas

Repliche il 26 e 27 giugno ore 19.30 e ore 21.30

Il 28 e 29 giugno ore 18, 20 e 21.30.

 

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