Nei percorsi della mente

Anita B.Monti

Vincenzo Borrelli
Vincenzo Borrelli

Ha ridato vita al teatro che vide i primi passi di Massimo Troisi, che ha ospitato attori quali Pupella Maggio, Lello Arena, Enzo De Caro, i Zezi, Mico Galdieri, Tato Russo, Antonio Ferrante, Leopoldo Mastelloni, Peppe Lanzetta, Nuccia Fumo, Antonio Allocca, Pietro Pignatelli, Marco Zurzolo, Massimiliano e Gianfranco Gallo, Cristina Donadio, Corrado Taranto, Alessandro Siani, Paolo Caiazzo, Maria Bolignano, Nunzia Schiano, Gea Martire, Tina Femiano, Manlio Santanelli. Che di Troisi mostra solo due foto “per non farne un sacrario”.

Vincenzo Borrelli dirige il Centro Teatro Spazio di San Giorgio a Cremano, in provincia di Napoli, guardando alle persone, considerando il teatro come luogo di formazione e di espressione.

Il nostro fare negli anni si è orientato sempre più intorno ai laboratori, divenuti momenti centrali di identificazione di una metodologia di lavoro, da cui sono scaturiti e scaturiscono spettacoli, eventi, riflessioni e soprattutto formazione per artisti emergenti e non”. Con tre spettacoli in cartellone, l’autore-regista partenopeo spazia dai classici (Miller), ai nuovi autori (Ferro) ai suoi testi. L’ultimo Quanto ti devo?, da lui scritto e diretto, andrà in scena il 16 e 17 maggio. “Il testo indaga i percorsi della mente umana e fa luce sulla piaga sociale della prostituzione. – spiega – E’ uno spettacolo introspettivo, una confessione, che attraverso episodi veri o quantomeno verosimili, cerca di comprendere i percorsi della mente umana”.

La vicenda parla di un uomo sui 40 anni, stanco, segnato dalle esperienze e da una vita comunque difficile, caratterizzata da una lotta contro un mondo che sembra non prenderlo mai troppo sul serio, che lo raggira e arriva a sfinirlo. In uno dei suoi vagabondaggi notturni incontra Chiara, una prostituta che gli racconta la sua storia.

Come hai impostato la messinscena?

Ho immaginato una doppia confessione, che s’intreccia con flashback e con le storie di altri numerosi personaggi, sottolineate dalle musiche di Simone Somma. La dimensione del tempo risulta quindi manipolata, ribaltata e plasmata a seconda di quelle che sono le esigenze della narrazione, il confine tra presente, passato e futuro diventa labile, e alla fine quello che si evince è una grande desolazione, un grande senso di solitudine che è comune a tutti i personaggi”.

Con Vincenzo Borrelli, sono in scena Cristina Ammendola, Simone Somma, Antonio Tatarella, Alessio, Mariscotti, Andrea Alario, Mariapaola Marino, Marina Billwiller, Martina Giardulli, Giulia Minervino.

 

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