Due fratelli in perenne conflitto, un prete giovane e fragile, una ragazza che agisce tra ingenuità e malizia, sono i protagonisti di Occidente

solitario di Martin McDonagh, in scena da martedì 27 marzo al teatro Nuovo di Napoli, diretto da Juan Diego Puerta Lopez e interpretato da Claudio Santamaria, Filippo Nigro, Nicole Murgia e Massimo De Santis.
La storia è ambientata in un piccolo villaggio irlandese, un posto come un altro, un luogo universale, dove i personaggi e i fatti raccontati rimandano ad una società di disadattati in una condizione di solitudine ed indifferenza. “E’ la nostra scelta di rappresentare testi contemporanei che non descrivono una realtà territoriale, – spiega Juan Diego Puerta Lopez – uno stato d’infelicità quasi compulsivo che richiama all’oggi, alla concretezza spietata della vita. La giusta chiave di lettura di questo testo ce l’ha indicata Samuel Beckett quando ha affermato: Non c’è niente di più comico dell’infelicità”.
In un mondo di crudeltà, aggressività e disperazione, portando all’estremo i rapporti tra i personaggi, si arriva a un livello di assurdità, dove il dramma diventa una commedia e il delirio e la stravaganza assurgono a umorismo eccentrico, cinico ed ironico.