Un sound nuovo per Eduardo

Angela Matassa

Il manifesto dello spettacolo

Sarà uno spettacolo nuovo, moderno, dal sound diverso, quello messo in scena da Mario Martone per la Compagnia del Napoli Est Teatro, dove debutta lunedì 6 marzo in anteprima nazionale. Il protagonista di Il sindaco del Rione Sanità di Eduardo De Filippo avrà meno di quarant’anni e con lui, ringiovaniranno tutti i vicini, i parenti, i personaggi del dramma. Tra loro, Arturo Santaniello, interpretato da Massimiliano Gallo, e il dottor Fabio Della Ragione, ruolo affidato a Giovanni Ludeno.

Tutto nasce dal desiderio di Francesco Di Leva (fondatore dello spazio di San Giovanni a Teduccio con Adriano Pantaleo, Giuseppe Miale Di Mauro e Giuseppe Gaudino) di entrare nei panni di quell’Antonio Barracano, guappo di quartiere, confidente e risolutore per tanti poveracci.

“Ciò che conta è il progetto, non tanto i ruoli – dice Mario Martone, spiegando il suo interesse per l’operazione – e questo teatro è proprio il luogo giusto, nel quale si respira un’aria di gruppo che mi è sempre appartenuta, ma che ricorda gli Anni passati più che l’oggi artistico”. Affrontare Eduardo non è cosa semplice, spiega il regista di opere ormai celebri nel mondo che, partito da Napoli dove aveva sperimentato e ricercato con tanti altri autorevoli colleghi, per andare oltre, ritorna per lavorare per la prima volta sull’opera di De Filippo. “Quando Luca ha concesso i diritti al NEST – continua Martone – io non ero ancora coinvolto. Carolina Rosi (Elledieffe n.d.r.) ha apprezzato l’idea e ha voluto produrla con loro e con lo Stabile di Torino. Questo spettacolo avrà un sound diverso. – spiega il regista, parlando della lingua – I testi di Eduardo sono come uno spartito che necessita di una certa musica, la nostra sarà un’altra. Il protagonista era crepuscolare, alla fine della vita, questo è giovane, un ‘sindaco’ ancora al centro del sistema criminale che rappresenta, ed allo stesso tempo favorisce il tentativo di sottrarre il testo al rischio della semplice rappresentazione naturalistica incarnandolo in un mondo reale drammaticamente vivo. E qui c’è tutta la contemporaneità dell’autore, che, per certi versi, mi ricorda Pinter”.

Bene e male convivono oggi come ieri, legalità e criminalità in lotta quotidiana, ma la scenografia è un’installazione e non è naturalistica, la parola originale è rispettata ma limata, si contamina, si mescola, si modernizza. Segni chiari di “discontinuità”. Da grande autore qual è, Eduardo non è mai consolatorio e Martone, cambiando il finale lo affida a una domanda.

Dal canto suo il protagonista ammette di essersi sentito totalmente libero nell’interpretazione, dimenticando il testo e recitando di pancia. “Ho scoperto un autore giovane – commenta Di Leva – uno della mia età. E’ bello portare nel 2017 quello spirito rivoluzionario, che contraddistingueva la storia dell’epoca, tra gli scandali di mani sulla città e Cuba”.

Gallo, Martone, Di Leva, Ludeno (foto Spada)

‘A nuttata non è passata e forse non passerà, in una realtà che non è prettamente napoletana, come non lo è l’autore. “Parlare a Napoli, vuol dire parlare al Paese”, conclude Martone.

In scena Adriano Pantaleo, Giuseppe , aniela Ioia, Gennaro Di Colandrea, Viviana Cangiano, Salvatore Presutto, Lucienne Perreca, Mimmo Esposito, Morena Di Leva, Ralph P, Armando De Giulio, Daniele Baselice. Le scene sono di Carmine Guarino, i costumi di Giovanna Napolitano, le luci di Cesare Accetta, le musiche originali di Ralph P, regista collaboratore Giuseppe Miale Di Mauro.

Nello spirito eduardiano e in quello del NEST, Il sindaco del Rione Sanità unisce l’arte all’impegno sociale, non solo per il luogo in cui debutta, ma perché vede in compagnia ragazzi formatisi nei laboratori e chi, uscito dalla cattiva strada, ha trovato qua un’alternativa per il futuro.

 

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