Il Parlamento del Regno di Napoli nell’età spagnola

Anita B.Monti

Spazio multifunzionale, il TIN (di Gianni Sallustro e Marcello Radano ) è ormai luogo di cultura a tempo pieno. Teatro da decenni, ha aperto le sue porte a nomi illustri della cultura tutta, offrendo una location suggestiva e unica.

Questa volta tocca allo storico Guido D’Agostino, studioso attento delle vicende italiane, ma in particolare del Regno di Napoli, presentare la sua nuova fatica editoriale.

L’appuntamento è per lunedì 17 aprile 2023 alle ore 17 al Teatro Instabile Napoli per conoscere e discutere de L’ultimo Parlamento Generale del Regno di Napoli nell’età spagnola (1642) (edito da La valle del tempo) di Guido D’Agostino. Ne parlano con lui i professori Giovanni Muto e Francesco Senatore. Modera il professore Mario Rovinello.

Il volume ripercorre i tratti salienti della riunione, e relativo svolgimento dei lavori, dell’assemblea svoltasi nel 1642, concretamente dell’ultimo Parlamento Generale del Regno di Napoli nell’età spagnola. In qualche modo, la coda, o la stazione di arrivo, di un lungo percorso storico, politico e istituzionale avviato da Alfonso il Magnanimo, primo sovrano aragonese, due secoli prima, nel 1442, e protrattosi, con crescente regolarità, fino alla vigilia dei moti masanielliani.

La cover del libro

Dalla introduzione: “La ricostruzione che si è provato a realizzare si fonda sulla fonte principale a disposizione, custodita nell’Archivio Storico Municipale di Napoli, con le importanti integrazioni ricavate dall’esemplare manoscritto del Fondo Brancacciano presso la Biblioteca Nazionale napoletana (Sezione Manoscritti e Rari). Nell’insieme – ed ovviamente ricorrendo ad altra e varia documentazione di provenienza locale, italiana e spagnola, debitamente segnalata nel testo – si è inteso maneggiare e ricomporre un quadro tutt’altro che semplice e lineare, con interferenze e sovrapposizioni tra i vari piani, socioeconomico e finanziario, come anche, e non certo meno, politico-istituzionale. Evidente riflesso, o specchio, d’altronde, di una società altrettanto complessa, a cui rimandano in ogni caso descrizioni, analisi, interpretazioni di cronisti, storici, studiosi di ieri e di oggi, nonché alcuni tra gli stessi protagonisti e/o testimoni di quel tempo lontano, di un secolo, il Seicento, che tuttavia “ci somiglia” come del resto in altra sede non si è mancato di osservare.

In sostanza, altro che un Parlamento senza storia – come pure è stato sostenuto – in cui tutto era stato già deciso prima ancora che avesse luogo e si svolgesse! Nei fatti, piuttosto, una pagina straordinaria di storia e di politica, trattata dall’Autore “con il cuore e con la mente”, e perché no, con la speranza neppure tanto segreta che la conoscenza del passato, anche lontano, possa ancora guidare i passi della distratta e incattivita attuale contemporaneità”.

 

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